Crotone Inter, “la partita ai raggi x”. Ecco l’analisi di SpazioInter sulla clamorosa sconfitta odierna nerazzurra.
PRIMO TEMPO DA INCUBO, NERAZZURRI IN BALIA DEGLI AVVERSARI
Crotone-Inter ha visto i nerazzurri giocare il primo tempo più brutto dell’anno, senza ombra di dubbio. Il timore della vigilia di vedere una squadra poco motivata e che prendesse sotto gamba l’avversario si è avverato. Fin dai primi secondi di gioco l’Inter è parsa spenta e demotivata. I giocatori arrivavano sempre dopo sul pallone, perdendo subito il possesso ogni volta che provavano timidamente ad affacciarsi nell’area calabrese. Già al secondo minuto Handanovic deve uscire alla disperata, lasciando presagire la giornata no dei suoi compagni.
L’Inter non è mai pericolosa ed è completamente in bambola, mantenendo un possesso di palla sterile, mentre ogni azione del Crotone si rivela pericolosa. Fino al 18′ minuto, quando i padroni di casa passano meritatamente in vantaggio. Su un batti e ribatti in area Medel cade a terra con le braccia protese e la palla carambola su di lui, l’arbitro se ne avvede e, nonostante l’involontarietà del gesto, non può esimersi dal fischiare calcio di rigore. Dal dischetto Falcinelli è freddo e non sbaglia, legittimando il dominio calabro dei primi 20 minuti.
Gli incubi nerazzurri non sono però finiti: dopo appena 4 minuti il Crotone passa ancora. Difesa insensatamente mal messa e alta, Falcinelli, oggi in versione ira di Dio, non deve fare altro che involarsi verso Handanovic e farlo secco nell’uno contro uno. Inter totalmente assente e in balia degli avversari. Gli ultimi 20 minuti della prima frazione servono solo a alzare il voto in pagella del povero Handa e a evidenziare la totale assenza di tutto l’organico nerazzurro, capace di fare il primo tiro in porta all’ultimo minuto del primo tempo. Crotone meritatamente in vantaggio, con il passivo che poteva anche essere molto più pesante
“REAZIONCINA” NELLA RIPRESA, MA IL FORCING PORTA SOLO AL GOAL DELLA BANDIERA
La seconda frazione vede un Inter decisamente più offensiva, con l’entrata in campo dal primo minuto di Palacio e Eder per Ansaldi e Murillo, passando dal 4-2-3-1 a un molto offensivo 3-4-3, con Candreva e Perisic tornanti a tutta fascia e l’arretramento di Medel e D’Ambrosio a difensori. I ragazzi di Pioli sono evidentemente stati strigliati dal mister e cercano di schiacciare il Crotone nella propria metà campo. I toscani, che hanno corso moltissimo nel primo tempo, sembrano accusare il colpo e iniziano a rinculare progressivamente, senza nemmeno più provare a rilanciare l’azione di contropiede.
La partita inizia a prendere le piega che avrebbe dovuto avere fin dall’inizio: Inter in forcing e Crotone asserragliato nella propria trequarti. Tuttavia l’azione nerazzurra è confusa e senza un vero nesso logico. Banega continua ad abbassarsi nel ruolo di regista basso, creando più errori che altro. Il possesso palla inizia ad essere a totale appannaggio dell’Inter che tuttavia in avanti, soprattutto con Icardi, dorme.
Rappresentativa del momento è la scena di un Eder sconcertato che allarga le braccia come dire “E a chi la do ‘sta palla adesso?”. Con Perisic scomparso completamente dalla manovra e con Icardi nel paese delle meraviglie. tocca a Palacio e Eder provare a raddrizzare il match.
L’Inter inizia a collezionare angoli, fino a che al 65′ esimo, D’Ambrosio riesce a trovare il goal della speranza. Subito dopo Nicola, tecnico dei calabresi, viene espulso per proteste. Tuttavia i suoi riescono a difendere ordinatamente fino alla fine, complice anche l’imbarazzante giornata dei nerazzurri. Emblematica l’occasione clou per trovare il pareggio nella ripresa: flipper in area di rigore, Candreva e D’Ambrosio litigano con il pallone, che finisce a Miranda, il quale da solo calcia a lato da due passi.
CONCLUSIONE
Crotone Inter ha offerto un quadro sconcertante della situazione fisica e soprattutto mentale dei ragazzi di Pioli. Con il sorpasso del Milan ed il derby alle porte, la situazione Europa si è complicata enormemente. L’atteggiamento delle ultime uscite, come ribadito da Ausilio, non solo non è da Inter, ma non è da squadra di Serie A. I milioni non fanno il carattere, e a quanto pare parecchi giocatori dell’Inter avrebbero bisogno di prendere ripetizioni in materia. Ora il destino di Pioli si fa sempre più lontano da Milano. Tuttavia l’invito a Suning è quello di valutare anche e soprattutto la conferma di certi cosiddetti “professionisti”, dato che sono a loro a scendere in campo e a fare queste figure barbine. A volte, come aveva detto in una situazione molto simile Marcello Lippi, i calciatori andrebbero presi a calci… Ci siamo capiti.