Stefano Pioli è riuscito a complicarsi la vita nell’ultimo mese, l’aprile che doveva esser decisivo per l’aggancio al terzo posto è diventato invece il periodo in cui l’Inter è fuori da ogni competizione. Analizziamo accusa e difesa per il tecnico di Parma in vista di una conferma non così certa.
L’accusa: mese shock, tabù big match e Champions lontana
Due punti in quattro gare, scrive La Gazzetta dello Sport, con clamorosi passi indietro per quanto riguarda la classifica, gioco e personalità. Contro le grandi sono arrivati due pareggi col Milan, poi k.o. con Juventus, Roma e Napoli, oltre alla gara interna persa con la Lazio per la Coppa Italia.
Con Pioli in panchina la zona Champions è passata da meno 7 a meno 14, nemmeno 18 punti nelle ultime sei partite potrebbero salvare il tecnico di Parma, con l’impossibilità di ingaggiare Simeone o Conte resterebbe un lumicino, ma se uno dei due aprisse anche solo uno spiraglio per l’attuale tecnico sarebbe la parola fine. Teoricamente basterebbe un quinto posto perché si vocifera che l’Europa League fosse l’obiettivo minimo da raggiungere, ma a Pioli servono due vittorie concrete con Fiorentina e Napoli, perché è impensabile che l’Inter in costruzione possa scegliere l’allenatore a maggio.
Inaccettabile l’ultimo mese, passi indietro sotto qualsiasi voce, scricchiolii col Torino, poi disastri Crotone e Sampdoria e pessima gestione del doppio vantaggio con il Milan. Falliti tutti gli scontri diretti con le grandi storiche o contendenti alla Champions, sconfitte nette con Napoli e Roma, stop con la Juventus ed eliminazione in Coppa Italia nonostante la possibilità dello scontro diretto in casa, con Champions che con l’avvento di Pioli distava 8 punti e ora e a meno 14.
La difesa: macerie, classifica parziale, rosa rivalutata
Non è da buttare il gran lavoro di Pioli. Certo, numeri e gestione dell’ultimo derby sono implacabili, ma va ricordato cosa il tecnico di Parma ha ereditato. La situazione complicatissima venutasi a creare con l’addio di Mancini e l’azzardata scelta di de Boer ha scollato lo spogliatoio, con una condizione fisica precaria e senza idee tattiche. Da macerie vere Pioli ha risollevato l’ambiente e portato dall’umore nero a una condizione di normalità, con l’illusione di un aggancio Champions.
Nelle 20 giornate con Pioli l’Inter sarebbe quarta, con Juventus prima a 50 punti, poi Napoli a 49, Roma a 46 e Inter a 39 insieme alla Lazio, con la tragedia dei 6 punti persi in maniera sciagurata con Crotone e Sampdoria. La rosa con Pioli si è rivalutata. Il primo nome sulla lista è Geoffrey Kondogbia, pagato 40 milioni nell’estate 2015 e finito umiliato da de Boer. Oggi il 24enne francese è tornato ad avere mercato sia in Francia che in Inghilterra, con una plusvalenza che arriverebbe vendendolo sopra i 24 milioni di euro.
A buon livello anche Murillo e Brozovic, giocatori in crisi ma anche sul mercato, in una squadra cui Pioli ha affidato subito le chiavi del centrocampo a Gagliardini, coraggio premiato, mentre c’è ancora tanto da fare per Joao Mario alle prese con lavori tecnico tattici per crescere e scrollarsi l’etichetta di “mister 45 milioni”.