Inter Napoli è stata l’ennesima pagina di un libro già scritto. I nerazzurri perdono ancora. Ma, soprattutto, i nerazzurri non riescono a reagire dopo il gol subito. Nessun accenno ad una reazione.
INTER NAPOLI, I NERAZZURRI PORGONO LE GUANCE
L’errore di Nagatomo, che ha spianato la strada al vantaggio di Callejon, è stato uno schiaffo in faccia per i nerazzurri. Ma il colpo, arrivato come un fulmine a ciel (più o meno) sereno, non ha avuto l’effetto desiderato. Uno schiaffo fa male, ma almeno c’è il lato positivo: il pugile, solitamente, si sveglia. L’Inter, invece, ha avuto perfino quei 20 minuti complessivi tra fine primo tempo ed intervallo per reagire. E riordinare le idee. Risultato? Prima occasione per l’Inter arrivata al minuto 70 con un destro al volo di Perisic.
Il gol, insomma, non ha scosso i nerazzurri. Il secondo tempo è stato una frazione di gioco caratterizzata da ritmi bassi. O, almeno, più bassi di quelli del primo tempo. I nerazzurri non avevano né idee, né cambi di passo per essere improvvisamente pericolosi. Reina, probabilmente, nella maggior parte delle pagelle di domani potrebbe benissimo avere il canonico “s.v.”. Le occasioni per l’Inter si contano sulle dita di una mano. Sarri e i suoi non hanno mai rischiato. Paradossalmente, l’1-0 racconta un’altra partita, con Handanovic unico in grado di essere all’altezza della partita e tenere in gioco i suoi.
QUARTA MANCATA REAZIONE CONSECUTIVA: PROBLEMA DI TESTA?
Il gol di Callejon in questo Inter Napoli rientra in una folta schiera di episodi ai quali i nerazzurri non hanno saputo reagire. Nell’ordine (recente): gol di Quagliarella a San Siro, insieme a quello di Schick; uno-due nel finale targato Romagnoli e Zapata; pareggio di Astori, gol di Vecino e doppietta di Babacar. Subiti questi gol, l’Inter non è più riuscita a mettere in mostra la voglia di recuperare il risultato, la voglia di sputare sangue per la maglia che si indossa. Niente. Nemmeno l’orgoglio personale può smuovere questa squadra. Perché (NON) va bene fare il ragionamento relativo all’obiettivo. “Perché sbattersi per andare in Europa League? Non sarebbe un fallimento?”
Il problema è che Pioli, tra gli errori a lui imputabili, ha quello del mancato intervento nella testa dei giocatori. E’ mai possibile che nella settimana dopo la partita con la Fiorentina siano stati concessi due giorni liberi? E il ritiro? E il divieto di usare i social network, con Miranda che ha seguito Simeone su Instagram? E lo scempio di questa sera? La sensazione è che l’Inter sia diventata un’accozzaglia di giocatori messi insieme senza avere idea di quale sia il motivo per cui lottare. Perisic, Brozovic, Murillo, Nagatomo, e tanti altri, non sanno per cosa stanno combattendo. E soprattutto per chi. Come un pugile che sale sul ring e non ha voglia di combattere. E la conseguenza è che, non avendo un motivo per lottare, dopo il pugno ricevuto il massimo che riesce a fare è assumere l’espressione della vittima. Senza accennare ad un minimo di reazione. Nemmeno l’orgoglio può farci nulla. L’Inter di questi ultimi mesi non ha voglia di lottare.