GdS – Borja Valero e le sue qualità illimitate. Ecco il tuttocampista nerazzurro

La conoscenza è un proces­so di costruzione conti­nua. Non percepisce limite alcuno. Nemmeno quello del­l’età. Borja Valero lo sta dimostrando in queste prime setti­mane di Inter. A raccontare le sue doti è La Gazzetta dello Sport. 

BORJA VALERO ONNIPRESENTE IN CAMPO

Lo spagnolo, arrivato dalla Fiorentina, è sta­to voluto fortemente da Lucia­no Spalletti. Il nuovo tecnico nerazzurro lo aveva inseguito anche l’anno scorso quando se­deva sulla panchina gialloros­sa. E il motivo lo sta chiarendo il pre­campionato del numero 20. Il concetto di «tuttocampi­sta», ri­trova in lui una spiegazione plausibile. I dati Opta delle tre gare disputate tra Cina e Singa­pore per l’International Cham­pions Cup lo dimostrano. La mappa dei palloni giocati da Borja Valero contro Lione, Bayern Monaco e Chelsea co­pre quasi tutto il campo. E i co­lori più intensi non sono soltan­to intorno al cerchio di centro­campo. Ma lo si ritrova a pesta­re il verde anche al limite dell’area avversaria e della pro­pria. Stupore fino a un certo punto perché Spalletti lo sta utilizzando di base davanti alla difesa nel 4­2­3­1 al fianco di Gagliardini o Kondogbia (ma potrebbe esserci anche Vecino in quel ruolo) spostandolo poi in base all’evenienza e alle sostituzioni da trequartista. E in entrambe le situazioni ha spol­verato le sue caratteristiche mi­gliori. Ovvero controllo palla e verticalizzazione.

I timori che aleggiavano su Borja Valero al momento dell’acquisto erano dettati dalla struttura fisica e dall’età avanzata. Davanti alla difesa, per evitare di andare in affanno, sarebbero più logici Gagliardini, Kondogbia e Vecino. Ma la qualità che porta con sé Borja fa propendere per giocarsi la sua presenza davanti alla difesa. Con lui, Miranda, Skriniar e Joao Mario trequartista l’Inter si ritrova cervelli sparsi in ogni zona del campo. L’ex Fiorentina ha una visione di gioco utile per gestire qualsiasi pallone in ogni parte del campo.

IL POSSIBILE RUOLO IN CAMPO

Davanti alla difesa garantisce un’uscita di palla più pulita e una rapida transizione verso il trequartista o sugli esterni. Il neo può essere che in fase di non possesso palla il suo filtro potrebbe essere limitato. Da trequartista, che si abbassa a prendere il pallone, garantisce il passaggio definitivo illuminante, quello che sorprende gli avversari lasciando a protezione dei quattro difensori due tra Gagliardini, Vecino e Kondogbia. Certo, confinare Joao Mario in panchina, questo Joao Mario, sarebbe un peccato. Ma è il «peso» di una rosa di qualità.

L’AMBIENTAZIONE A MILANO

Borja tra l’altro si sta ambientando poco alla volta a Milano. A Firenze aveva legato con la città e con tutti i tifosi. Una meravigliosa storia d’amore che non si scorderà mai e che magari proverà a ripetere con Milano. Il figlio Alvaro che gioca a calcio necessita di una società in cui continuare il suo sport preferito (era alla Settignanese, il club da dove è venuto fuori Federico Chiesa) e magari la famiglia sceglierà di vivere fuori città come a Firenze. L’importante è che al centro stia quando indossa la maglia nerazzurra perché questa Inter necessita dello spagnolo. Una bella necessità.

 

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