Chiedimi chi era Ronaldo

Compie gli anni oggi Luis Nazario de Lima, per tutti Ronaldo, oppure Il Fenomeno, l’attaccante più devastante di fine anni 90. Un colosso che ha elevato il valore dell’Inter, amato e odiato in pochissimo tempo, in una favola velocissima, tra il 1998 e il 2002.

“Ma davvero si può prender quello lì?”

Dai Massimo proviamoci“, questo il succo del discorso che il presidente Moratti nel 1997 fece. Era all’Inter da due anni, aveva provato subito il colpaccio prendendo Eric Cantona, ma il francese tutto d’un pezzo preferì ritirarsi e scegliere una carriera d’attore.

Nel calcio mondiale imperversava un pelato col numero 9. Nell’anno del corteggiamento su Cantona il calcio olandese non era certo un palcoscenico seguitissimo, eppure un giocatore sembrava fuori dal normale.

Ad Eindhoven un brasiliano scherzava con l’intera Eredivisie. Contro il Leverkusen in coppa fece impazzire i tedeschi, segnando una tripletta nel primo turno della Coppa Uefa 94/95, ma meglio fece l’anno successivo rifilando 5 perle in due gare contro il MYPA.

In Olanda Ronaldo è sprecato, 51 gol in 54 partite ammaliano il Barcellona che lo preleva per farne l’erede di Romario. La Liga è stellare, da una parte lui, Figo, Stoichkov ed un giovanissimo Mourinho assistente di Robson, dalla parte di Madrid, sponda Real, Mijatovic, Suker e Fabio Capello in panca.

Chi ha passato un infanzia a passare il sabato sera a guardare il calcio spagnolo su TMC2 ha avuto una grande infanzia. Ronaldo ne combinava una a serata.

Compostela, La Coruna, Valencia, Saragozza, Atletico Madrid. Sarebbero tante le vittime del Fenomeno che in 46 partite segna 40 gol con perle impressionanti, come infilarsi nella difensa valenciana e superare tutti a tripla velocità.

Playstation? No, Ronaldo!

Poi la bomba. L’Inter chiude il 96/97 senza lode ne infamia, terzo posto, tre allenatori cambiati e una finale Uefa persa con lo Schalke. Serve un botto e Massimo Moratti ha una pazza idea.

Davvero si può prendere?“.

L’idea era fuori logica, era impossibile pensare che il Barcellona si potesse liberare del numero uno. Eppure Moratti venne a conoscenza di problemi con l’ambiente catalano. Pagare la clausola rescissoria, oggi irrisoria, di 48 miliardi di lire fu il primo passo verso un amore infinito e inattacabile, il Fenomeno si affacciava a Milano, era la rivincita di qualsiasi interista verso il mondo intero.

La vita ti crea problemi? Chi se ne frega, abbiamo Ronaldo“.

Quel 1997/98 è una stagione unica. Anche troppo forse, perché i poteri alti, a tinte bianconere, mal sopportavano il Fenomeno e il nuovo dominio nerazzurro. Non arrivò uno scudetto per poteri fuori dal campo ma su cui non si hanno prove concrete in stile calciopoli, ma nessuno potrà mai cancellare dagli occhi cosa fece Ronaldo col numero 10.

Chiedere allo Strasburgo rimontato 3-0, allo Schalke, allo Spartak Mosca sul ghiaccio, con Ronaldo ad imitare il miglior Gretzky ed infine alla Lazio, quando il Fenomeno si lanciò contro Marchegiani in un coast to coast e a casa già si era sopra la sedia.

Che Fenomeno!

Ronaldo in quel momento era superiore al calcio stesso. Talmente superiore che venne spremuto a dismisura dalla nazionale del Brasile e quello che successe prima della finale nel 1998 mai sarà chiaro.

Io tengo la foto di Ronaldo nel portafoglio, in mezzo a quelle dei miei genitori“, ammetteva Peppino Prisco e tanti lo imitavano.

Poi qualcosa si rompe. Per marketing Ronaldo prende il numero 9 all’Inter, viene affiancato da Baggio e poi da Vieri ma gli Dei del calcio tolgono qualcosa di romantico al pallone, facendo giocare i tre poco e niente insieme ed ancor meno vedere poi Bobo e Ronnie umiliare le difese avversarie.

Uscivamo dal tunnel io e lui e sentivamo lo stadio ribollire“, parole di Bobo Vieri. E chi se li dimentica quei due? Come vedere la fusione tra Goku e Vegeta, qualcosa di innaturale, di inafferrabile, una potenza disumana.

Vieri e Ronaldo insieme giocheranno poco e non vinceranno nulla, ma nei cuori della gente, anche in chi oggi lo disprezza per i trasferimenti al Milan di entrambi, saranno un qualcosa di magico, una coppia che farà sempre sognare.

Tendine rotuleo, tibia, legamenti. Quante cose hanno impedito di veder Ronaldo dominare con l’Inter. Amato e coccolato chiude la sua avventura con l’Inter a causa di un rapporto non idilliaco con Cuper che lo trattava come uno dei tanti, non la star.

Siete tutti uguali, tranne uno“, parole di Gigi Simoni che ancora oggi si emoziona a raccontare gli allenamenti del Fenomeno in quel 1998 magico.

Ronaldo scelse poi Madrid e Milan, quando si offrì anche all’Inter, ma non ci fu mai più il bis di ciò che il Fenomeno fece tra il ’95 e il ’98.

Oggi Ronaldo, quello unico, il Fenomeno, compie 41 anni. Sembra passato un secolo quando con gli occhi chiusi allo stadio si cantava: “E..il Fenomeno..ce l’abbiamo noi, ce l’abbiamo noi, sono fatti tuoi“.

Uno così non esisterà mai più.

Buon compleanno Fenomeno. 

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