L’Inter vince a Benevento, ma per l’ennesima volta soffre, pur portando a casa il risultato. Un rendimento ottimo nei numeri, da rivedere nel gioco.
BENEVENTO INTER, ENNESIMA SOFFERENZA
Così non ci siamo. Alla fine di settembre, e all’inizio di ottobre di oggi, sono arrivati 10 punti. Nulla di male, se dovessimo prendere in considerazione gli avversari (Crotone, Genoa, Benevento e Bologna). Se il pareggio al Dall’Ara, contro una squadra in grado di mettere in difficoltà anche il Napoli prima dello 0-3, ci può anche stare, gli altri, per come sono arrivati, assolutamente no. In queste quattro partite, l’Inter ha messo in mostra tutte le sue difficoltà. Costruzione di gioco, rifinitura. E conclusione, tanta conclusione. Una difficoltà realizzativa che si può sintetizzare nella casella 0 dei gol segnati su azione di Mauro Icardi. E i successi di Crotone e San Siro con il Genoa, arrivati nel finale, hanno sì dato l’idea di una squadra che non molla mai, ma anche di una squadra che è costretta a gettare il cuore oltre l’ostacolo per la difficoltà ad imporre il gioco e portare a casa partite semplici.
Un’altra difficoltà, aldilà di quella mentale e fisica, è soprattutto quella tecnica. Parliamoci chiaro, l’Inter ha concluso tanto verso la porta (14, 8 nello specchio), ma occasioni clamorose ce ne sono state poche per trovare il 3-1. Se il palo di D’Alessandro fosse entrato, probabilmente sarebbe già stata “Crisi Inter prima del Derby”. I due gol di Brozovic, però, hanno salvato quantomeno la faccia nerazzurra. Perché con le gambe e con il pallone, al momento, non ci siamo. Il secondo posto, in attesa della Juventus, non può non fare piacere. Ma che non passi il messaggio di un’Inter bella, solida e concreta, perché la squadra di Spalletti non lo è. Passa poco dal “Vinciamo lo scudetto” a “Che schifo”, con tutti questi 1-0 e 2-1 e partite sofferte nel finale che tanto ricordano l’Inter del Mancini-bis.
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