Inter che, dopo i tre punti conquistati soffrendo a Verona, ha riagguantato il secondo posto solitario in classifica. Luigi Garlando, giornalista della Gazzetta, ha analizzato la vittoria dei nerazzurri.
I NERAZZURRI VINCONO MA NON CONVINCONO
Inter che vince ma che, agli occhi di Garlando, continua a non convincere: “Ha vinto anche l’Inter in questo campionato che si sta dilatando e in cui le piccole perdono sempre più terreno e le grandi al vertice non hanno problemi. I dati ci dicono 45 partite su 53 vinte dalle prime 5, dei rulli compressori. L’Inter torna al secondo posto e fa un record che a suo modo è storico, mai aveva collezionato 29 punti nelle prime 11. Però al di sotto di questi numeri sontuosi non si può non sottolineare ancora una volta una prova incerta dei nerazzurri soprattutto nell’atteggiamento”.
“C’era un baratro di qualità, un Verona impaurito e l’Inter non è stata capace di gestire la supremazia dopo il vantaggio. Ha concesso, con un atteggiamento sciagurato, il ritorno ai veronesi, regalando pure l’azione del rigore. D’Ambrosio che calcia sulla schiena dell’avversario è una scena da scuola calcio, ai limiti del ridicolo. L’Inter deve crescere in questa mentalità, deve essere più cattiva. Come riesce a essere la Juve che pure ha la pancia piena di 6 scudetti”.
ATTEGGIAMENTO DA CAMBIARE NELLE PROSSIME GARE
“L’Inter non ha ancora vinto niente, deve cambiare atteggiamento per come entra in campo, anche nel primo tempo è stato troppo lento e compassato. È venuta fuori la squadra migliore quando ha dovuto reagire. Deve imparare ad agire non solo a reagire. Perisic, che ha deciso la partita, è il giocatore simbolo: tantissimo talento che viene fuori solo quando ha l’acqua alla gola. Suo il grandissimo gol del 2-1. Con tutti questi difetti di crescita, ricordiamo, l’Inter è seconda alle spalle del Napoli e allora ancora una volta dobbiamo sottolineare il grandissimo lavoro di Spalletti.”
Inter che quindi continua a non convincere la Gazzetta nonostante la classifica. Certo è curioso questo accanimento, seppur più flebile rispetto al passato, nei confronti di una squadra che sta andando oltre ogni aspettativa. A differenza, ad esempio, dei cugini rossoneri.