Da quando è arrivato all’Inter, questa è stata probabilmente la sua peggior annata. Per Esteban Cambiasso si può parlare per la prima volta di stagione travagliata. Se non si stesse parlando di uno dei mediani più forti del mondo, potremmo archiviare le prestazioni del “Cuchu” con una sufficienza piena. In questi anni però, l’ex Real Madrid ci ha abituati troppo bene e vederlo in appannamento, soprattutto nella parte centrale della stagione, è stato quantomeno insolito. Impegno e professionalità non sono certo mancati, ma condizione fisica e mentale quest’anno non sono state dalla sua parte.
Nonostante ciò, Cambiasso ha collezionato ben 47 presenze tra campionato, Champions League e Tim Cup realizzando 5 gol. Il prossimo 18 agosto, Esteban compirà 32 anni. A differenza di altri della vecchia guardia come Stankovic o Lucio, lui sarà ancora uno dei pilastri dell’Inter del futuro. Integro fisicamente, il centrocampista argentino non ha mai subito infortuni gravi e ciò gli ha permesso di avere una certa continuità di gioco nel corso degli anni.
Emblema di un’annata storta (sua e, praticamente, di tutta la squadra), sono state le lacrime del 4 marzo in occasione di Inter-Catania. Con gli etnei in vantaggio 2-0, Ranieri lo sostituì al 61′ con Andrea Poli. Sedutosi in panchina, il Cuchu scoppiò in lacrime avvolto da una tuta blu con i timpani perforati dai fischi di un San Siro ingeneroso. Cambiasso è un po’ il simbolo di quell’Inter schiacciasassi che non c’è più. Di quell’Inter che annientava gli avversari con la forza fisica prima che tecnica. Di quell’Inter che ha dominato per almeno un lustro.
Oggi Cambiasso è l’emblema di quella parte di Inter che va rinfrescata. Quei fischi volevano dire questo. Altrimenti, beh, sono stati sbagliati. Uno come lui il cuore lo mette sempre in campo.
Così il “Cuchu”, per la prima stagione da quando è all’Inter, ha chiuso i battenti senza alzare al cielo alcun trofeo. Gli sarà parso strano, così come a tutto il popolo nerazzurro dopo anni di dominio incontrastato. Con l’innesto di forze fresche quali Poli, Guarin e l’ormai certezza rappresentata da Joel Obi, avrà la possibilità di gestire meglio le sue forze ed energie sia fisiche che mentali. La prossima Inter di Stramaccioni, ripartirà anche da lui.