Inter così si fa… più o meno. La partita dei nerazzurri non è stata bella dal punto di vista del gioco, anzi. Una gara sottotono da parte di tutti. Però… quel però è grande come una casa. Perché oggi, dopo tanto tempo, giocando male, forse non meritando, siamo tornati parzialmente grandi. Siamo tornati in Champions, siamo tornati a essere l’INTER.
CHE FATICA TIFARE INTER…
Inter sei veramente pazza, folle, odiosa… eppure ti fai amare così tanto. Come una Musa che tormenta chi la ama, come una Dea-Demone che gode nel rosolare i propri adepti nella sofferenza. Tu, quando vuoi, riesci ad ammaliarci, a prendere i nostri cuori provati e portarli in paradiso. Tifarti è da sempre una sofferenza, un calvario, eppure è la cosa più bella del mondo. Essere tifosi dell‘Inter è una sorta di girone dantesco che però, a volte, si conclude in uno stupendo e onirico paradiso.
Come questa sera. Una partitaccia, colma di episodi fortunosi da un lato e dall’altro, di un palo per la Lazio (saranno contenti i complottisti della fortuna nerazzurra) e di tanti, troppi passaggi sbagliati. Di lanci lunghi, di un cuore che non sembrava potesse o volesse essere buttato oltre l’ostacolo. La serata di un Icardi troppo solo e nervoso, di un Vecino inguardabile… il perfetto preludio per una cocente delusione, per lacrime e probabili addii. E invece no. Il calcio è strano, una scienza inesatta e curiosa. Un episodio, un cambio, un tocco in più o in meno. E tutto muta, tutto si rivolta. In un battito di ciglia, un rinvio sbagliato. Dopo tanta sfortuna… arriva l’apoteosi.
La Lazio perde la bussola, Lulic la testa, e i biancocelesti vivono il proprio doloroso giorno di maggio, la propria Caporetto. Passano dal paradiso all’Inferno in una decina di minuti, sentono sulla pelle il dolore di un sogno evaporato al fotofinish. Mentre l’Inter arriva al Nirvana, dove in sottofondo risuona ovattata la musichetta della Champions League.
MA CHE SAPORE HANNO QUESTE EMOZIONI SPACCA-CUORE…
Spalletti e tutta l’Inter festeggia, per una notte non spendiamoci in proclami, non pensiamo al futuro, al mercato, al caos. Godiamoci questa notte magica, dopo tanta sofferenza, dopo tanto dolore. Non abbiamo vinto nulla, non siamo ancora nulla. Lasciamo da parte la paura per Maurito, l’apprensione per Rafinha e Cancelo. Ma per quello che è il primo anno di una vera e costruttiva rifondazione, per l’anno zero spallettiano, godiamoci un risultato grandioso. La prima vera gioia dopo 7 anni di nulla. Prendiamoci questi 40 milioni di sorrisi che ci elargirà la Uefa e godiamoci una notte da Inter: quel che sarà sarà, del domani non vi è certezza. Ma una certezza c’è: QUESTA PAZZA, BRUTTA E CATTIVA INTER, TORNA IN CHAMPIONS!
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