Inter che, dopo la vittoria da urlo in Champions, ha ricominciato in pianta stabile a mettere a dura prova le coronarie dei tifosi. I nerazzurri infatti anche ieri hanno trovato una vittoria al fotofinish, proprio grazie a quello che ormai è diventato il luogotenente di Spalletti, il suo uomo cardine: Marcelo Brozovic.
DA EPURATO A UOMO CARDINE IL PASSO È SORPRENDENTEMENTE BREVE…
Che l’Inter sia pazza come canta il suo inno è noto a tutti, da sempre. Nel DNA nerazzurro c’è una intrinseca vena di follia che la porta a imprese incredibili e tracolli inaspettati. Tuttavia nelle ultime due vittorie al cardiopalma non è solamente l’imprevedibilità del carattere del club ad aver avuto la meglio. Questi successi al fotofinish c’è finalmente quel carattere che tutti noi invocavamo a gran voce, quella rabbia che mancava e che serviva per dare una svolta. Queste vittorie contro la sfortuna, gli episodi, il VAR, le sviste e chi più ne ha più ne metta, sono un segnale molto importante. Che non va sottovalutato.
Soprattutto perché l’uomo simbolo della squadra, il faro del centrocampo è ormai diventato proprio colui che nello scorso mercato invernale sembrava destinato ai saluti: Brozovic. Luciano lo strappò a viva forza dall’aereo per Siviglia, insistendo per trattenerlo. Che intuizione magnifica. Nella nuova veste di mediano cucitagli da Spalletti, Marcelo è diventato meno epic forse, ma tremendamente concreto, continuo e utile, un vero e proprio faro. Non un play alla Modric, ma un mediano con visione e tempi di gioco non comuni. Un ibrido fondamentale per rilanciare questa Inter ancora zoppicante ma in rampa di lancio. Il croato infatti è il cuore pulsante del gioco che, se fino a qualche giorno fa stentava, ora pare già più convincente.
Il Brozo taglia e cuce, spezza e rilancia, con una sicurezza e una spavalderia finalmente costruttive e non più dannose come in passato. Il goal che vale tre punti è poi la ciliegina sulla torta, la prova di come, seppur con il raggio di azione arretrato e nuove mansioni di contenimento, il centrocampista nerazzurro possa essere un’arma in più in ogni zona del campo. Il numero 77, nella sua curiosa eterodossia calcistica e non solo, è al momento l’uomo simbolo perfetto di questa squadra: pazza, instabile, ma da urlo. La Garra Charrua è importante certo, ma anche l’eccentricità balcanica non guasta affatto…
Fonte immagine in evidenza: Screen Post Partita