Dopo i palpitanti 90 minuti contro il Tottenham, l’Inter è tornata a vincere in Champions anche in trasferta. Lo ha fatto con lo stesso punteggio, ma in maniera differente. Con un’eguale rimonta, ma avvenuta meno per inerzia e più per consapevolezza. L’esaltante follia degli ultimi 10 minuti contro gli inglesi ha lasciato il posto a una maturità per certi versi sorprendente.
L’INTER RIMONTA ANCORA UNA VOLTA
L’Inter di Spalletti, in questi quasi 15 mesi di convivenza assieme, si era finora distinta per una generale incapacità di rimontare, di reagire in situazioni di punteggio sfavorevoli. Eccezion fatta per le due roboanti rimonte “romane”, all’alba e al tramonto dello scorso campionato, Spalletti aveva sempre lamentato una mancanza di carattere della propria squadra. Una mancanza che condizionava lo spartito del gioco, stracciato dalla frenesia e dalle paure.
Invece, dopo il replay dell’asse miracoloso Icardi-Vecino, l’Inter ha piazzato una nuova rimonta. Non dipendente dagli episodi, dalla garra charrua, da un assalto all’arma bianca, ma da una trama di gioco ordinata, pericolosa, continua. L’Inter ha sempre tenuto il pallino del gioco, prima e dopo il goal avversario, ha creato occasioni, ha permesso più volte a Icardi di battere a rete, ha gestito con una straordinaria difesa le saltuarie folate del PSV. Ha acquisito una continuità che, nelle prime partite di questa stagione, era rimasta latitante. Il bellissimo goal di Rosario non ha fatto vacillare le certezze di un gruppo che sta acquisendo forma e conoscenze reciproche. Lo si vede nell’intesa tra Skriniar e De Vrij, nella crescita di Nainggolan, nelle giocate varie di Politano, nella completezza di Icardi, nell’energia e precisione portata da Borja Valero e Candreva, seppur per pochi minuti.
L’Inter di Eindhoven ha ricercato soluzioni, non si è appigliata soltanto ai nervi, ha gestito i momenti, ha mantenuto la freddezza in svantaggio e anche quando ha visto l’obiettivo a portata di mano. Una vittoria che avvicina la qualificazione agli ottavi di finale, obiettivo che pareva utopico al momento del sorteggio. Certo, la doppia sfida al Barcellona, con la contemporanea disputa tra Spurs e olandesi, rischia di appiattire le differenze costruite finora, ma i presupposti di base sono più che motivanti. Se il Tottenham sa di non potersi permettere ulteriori passi falsi, e di giocare quindi con una pressione addosso non indifferente, l’Inter potrà permettersi un entusiasmo costruttivo, che induca a considerare il Barcellona un ostacolo enorme, ma non insormontabile. Con la consapevolezza che una vittoria può essere episodica, ma due già meno. Siamo in attesa della proverbiale “prova”, quella dei tre indizi.