L’ALBA DEL GIORNO DOPO – Un fulmine dentro che insegue il sereno. Liberi di sognare?

Nell’alba del giorno dopo Lazio-Inter la sveglia ha un sapore diverso e la tempesta del pomeriggio romano sembra solo un lontano ricordo. In mente resta solo una furia, quella nerazzurra.

L’ALBA E LA LUCE SOPRA OGNI COSA

C’è il sereno negli occhi e nel cuore dei tifosi nerazzurri nel day after di Lazio-Inter. La notte racconta infatti di una luce più forte del rischio tenebre dell’Olimpico. Abbagliante, sicura, su una sola strada senza possibilità di errori: l’Inter spazia via la tempesta romana e porta a casa tre punti che, per il loro peso specifico, sembrano valere molto di più. Perchè uscire dal cataclisma Barcellona con questa superiorità e con la voglia di lasciarsi il buio alle spalle non era scontato e, per certi versi, non era da Inter. Sull’altalena emotiva salgono Icardi – ancora una volta trascinatore assoluto e sempre più uomo simbolo di questi colori -, Brozovic e la sua insostenibile leggerezza dell’essere, ma soprattutto Spalletti. L’allenatore è l’artefice più puro del trionfo romano, sia per aver raccolto risposte e sensazioni positive da un desaparecido come Joao Mario, sia per l’impronta affidata al suo gruppo, dal quale – dopo tanti mesi di lavoro e qualche critica dai meno fiduciosi – sta ricevendo in cambio il giusto approccio ma soprattutto il gioco. E se i centrali difensivi non colpiscono più per la loro costante autorevolezza, gli applausi più convinti arrivano soprattutto dalle fasce. Asamoah e Vrsaljko hanno creato, distrutto, supportato e proposto le maggiori iniziative della partita, coprendo ogni varco ed annullando i diretti avversari davanti al loro pubblico. Vecino è in un momento d’oro e Spalletti lo sa, per questo cerca di raccogliere quanto più possibile dal suo grande periodo di forma, sintomo anche di una maturità acquisita in un contesto di grande crescita come quello nerazzurro. Ma i maggiori segnali arrivano da Brozovic, protagonista di un gol che certifica ed elogia i suoi più grandi meriti: quelli di regista e primo attore racchiusi in un unico leader. Tanti lampi di luce in una notte in dubbio fino a pochi secondi dal suo fischio d’inizio, ma l’energia e la classe di questa Inter hanno imposto il loro ciclone e spazzato via il turbine della paura. Dominio assoluto, partita da applausi ed una grossa iniezione di fiducia. In tutto ciò, siamo anche liberi di sognare?

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