L’inverno è finito, è primavera per tutti, pure per Mauro Icardi che torna oggi ad allenarsi con i compagni 36 giorni dopo lo strappo del 13 febbraio. Eccolo, il segnale che l’Inter aspettava: entro le 10 Mauro sarà ad Appiano, un’ora dopo scenderà in campo. Passaggio obbligato, certamente il primo e non quello risolutivo della vicenda. Ma vale come nei videogiochi: senza aver passato il livello iniziale, impossibile andare al secondo. E poi il terzo, il quarto, almeno fino al 26 maggio. Poi sarà quel che sarà. E sarà separazione, a meno che all’Inter non arrivi neppure un’offerta per il suo centravanti, o che il futuro allenatore nerazzurro non decida di puntare con forza sull’ex capitano.
CRONACA
Come riporta la Gazzetta dello Sport, sia l’a.d. Beppe Marotta che l’avvocato Paolo Nicoletti avevano preparato il terreno esaurendo di fatto il lavoro diplomatico. Si aspettava il passo di Icardi e ieri mattina è arrivato: telefonata a Nicoletti per comunicare la volontà mettersi a disposizione di Spalletti dopo le terapie al ginocchio, successivo incontro tra lo stesso Nicoletti e Marotta per la chiusura – almeno quella ai piani alti – della vicenda. Vicenda nel corso della quale Icardi ha particolarmente apprezzato l’atteggiamento della proprietà dell’Inter, ovvero di Steven Zhang. Vien da chiedersi: cosa ha ottenuto Icardi? Fondamentalmente nulla di pratico. Non la fascia, che all’inizio, ancor prima della discesa in campo di Nicoletti, era la conditio sine qua non. E tantomeno le scuse per quanto avvenuto. Piuttosto, ha gradito l’atteggiamento mediatico propositivo del club, questo sì. Dall’altro lato, l’Inter prende atto con soddisfazione del gesto di Icardi, per la verità non potendo/volendo fare altrimenti: in fondo, il calciatore non era mica fuori rosa, non c’era da «approvare» un rientro in campo. Rientro da cui l’Inter ricava, da qui in avanti, il recupero di un potenziale tecnico comunque importante nella volata Champions. Di più ancora: riacquista un capitale, un asset che perdeva valore ogni giorno di più restando ai box.
MAROTTA-SPALLETTI
Che cosa accade ora? Che la gestione di Icardi torna a essere di natura tecnica, di uno spogliatoio dove il numero uno è l’allenatore. Marotta ieri ha parlato con Spalletti: i due si sono aggiornati sulle ultime evoluzioni della vicenda, l’a.d. ha di fatto preparato il terreno e valutato con il tecnico tutti gli aspetti del rientro del giocatore. E tra le spigolature c’è anche il ritorno tra i compagni – non tutti, mancano i nazionali, per esempio Brozovic e Perisic –, alcuni dei quali più «battaglieri» di altri nel non accettare il mese di assenza, il forfait contro l’Eintracht e la foto postata alla vigilia del derby. Starà anche a Spalletti gestire questo nuovo ingresso di Icardi nel gruppo, un gruppo del quale Mauro è stato capitano fino al 13 febbraio, e che oggi individua in Handanovic, lui sì presente oggi al centro sportivo, il riferimento. Se è vero che Marotta ha preparato il terreno, è altrettanto vero che lo stesso Icardi vorrà/dovrà parlare con la squadra al completo. Per poi tornare tra i convocati contro la Lazio dopo la sosta, il 31 marzo, al netto dei probabili fischi che gli riserverà San Siro.
CON LA LAZIO
Magari, per il perdono dei tifosi servirà un gol. Ma è facile immaginare che Icardi non sarà titolare, perché le leggi del calcio impongono a Spalletti di rispettare le gerarchie che si sono delineate negli ultimi 36 giorni, dunque spazio a quel Lautaro che di Mauro aveva detto, prima di conoscere le ultime evoluzioni: «È una situazione non bella, deve risolverla lui con il club». Punto secondo: c’è pure un discorso di condizione fisica di cui tener conto. E terzo: l’Inter che aveva lasciato Icardi, il 9 febbraio, era terza con +5 sulla quinta in classifica. Oggi ha un’Europa League in meno, ma sempre il terzo posto in tasca e un +6 di margine sulla Champions. Come a dire: sta a Mauro «risalire» l’Inter. Con la telefonata di ieri ha iniziato a farlo.