Alle 20 e 45, presso lo Stadio Olimpico di Kiev, si è giocata la finale di Euro 2012 fra Spagna e Italia.
Gli azzurri sono scesi in campo con un 4-3-1-2 speculare a quello visto contro la Germania, con l’unica differenza costituita dalla presenza sulla destra di Abate al posto di Balzaretti. Di contro, Del Bosque preferisce il solito 4-3-3 con il tridente atipico formato da Iniesta, Fabregas e Silva.
La partita inizia subito con un forte pressing da parte della Spagna, che prima si fa pericolosa al 10’ grazie ad una conclusione dal limite di Xavi e poi va sull’1 a 0 al 14’ con Silva, bravo a sfruttare di testa l’assist di Fabregas, a sua volta fulmineo nel bruciare in velocità Chiellini. Passano sei minuti e si assiste alla seconda doccia fredda per i ragazzi di Prandelli, proprio con l’infortunio dello stesso difensore bianconero, fattosi nuovamente male e sostituito da Balzaretti. Dopo il comprensibile contraccolpo psicologico, fra il 28’ ed il 31’ è finalmente Cassano a cercare di dare una scossa ai suoi, ma le sue conclusioni vengono entrambe neutralizzate da un attento Casillas. Purtroppo per gli azzurri, la Roja è tremenda e si vede al 40’, quando Xavi lancia Jordi Alba, che se ne va in mezzo a Bonucci ed Abate e batte Buffon in uscita.
Finisce sul 2 a 0 per la Spagna un primo tempo in cui i ragazzi di Prandelli sono apparsi abbastanza scarichi e si possono rimproverare le disattenzioni difensive che sono costate il doppio svantaggio; dall’altro lato la formazione di Del Bosque ha fatto girare il pallone magistralmente e colpito in modo cinico per due volte, non dando quasi mai modo agli azzurri di entrare in area grazie alla manifesta superiorità tecnica.
Il secondo tempo inizia subito con l’entrata in campo di Totò Di Natale al posto di Antonio Cassano ed è proprio il capitano dell’Udinese ad andare vicino al 2 a 1 con un colpo di testa terminato di poco alto. Al 50’ è ancora il bianconero a sfiorare il gol, ma Casillas è superlativo in uscita. Al 60’ ripiove sul bagnato per i campioni del mondo del 2006, con l’infortunio di Thiago Motta, entrato qualche minuto prima per sostituire Montolivo e costretto ad uscire per un infortunio al bicipite femorale qualche secondo dopo. In virtù di quest’ennesima tegola e di altri problemi muscolari accusati da Bonucci e Balzaretti, l’Italia resta in 10 per il resto del match e la Spagna colpisce cinicamente con Torres all’83’ e Mata all’88’.
Termina sul 4 a 0 per i campioni del mondo in carica questa finale che li porta direttamente nella storia, con il secondo europeo ed il terzo trofeo internazionale vinti consecutivamente (considerando il mondiale del 2010). I meriti delle “Furie Rosse” sono indiscutibili, ma la condizione fisica dell’Italia ha costituito il fattore X che ha spostato l’ago della bilancia a favore degli iberici. Le uniche colpe di Prandelli sono esclusivamente riferibili alla scelta di optare per gli impieghi del già malconcio Chiellini e di Thiago Motta, le cui capacità offensive non sono paragonabili a quelle di Diamanti o di Giovinco. Sul 2 a 0 sarebbe convenuto rischiare il tutto per tutto con una mezza punta piuttosto che inserire un bravo centrocampista come l’ex interista. Si conclude quindi con questo tremendo punteggio la meravigliosa esperienza degli azzurri, comunque bravissimi nell’arrivare in fondo alla competizione sotto la guida di un grande tecnico che è riuscito a condurli in finale a dispetto di qualsiasi pronostico.