Antonio Conte freme per avere al più presto i rinforzi promessi. “Siamo in ritardo rispetto alla tabella di marcia che avevamo programmato”, parole eloquenti che spingono la dirigenza nerazzurra ad un’accelerata sul mercato.
BUDGET IN FUNZIONE DEL RAPPORTO COSTO ROSA/RICAVI: OCCORRE CEDERE PER ARRIVARE A DZDKO E LUKAKU
Secondo un’analisi effettuata da Calcio&Finanza, l’Inter presenta un fatturato intorno ai 370 milioni di euro. A questi andranno aggiunti i 46 derivanti dalle plusvalenze ricavate da Marotta ed Ausilio entro il 30 giugno.
La stagione scorsa si è conclusa con un disavanzo tra entrate ed uscite pari a 44,9 milioni, dei quali circa 19 impiegati in prestiti.
Giunti al 22 luglio dell’anno corrente, i nerazzurri hanno messo a segno ben 8 operazioni: riscatto di Politano, Salcedo, Radu, Brazao oltre a Lazaro (22 milioni), Godin (a zero), Barella e Sensi (prestito con obbligo).
In totale, l’impatto sul bilancio è di 68 milioni per il costo dei cartellini, oltre ad ulteriori 60 milioni derivanti da un aumento del costo della rosa (ammortamenti+stipendi lordi+costo prestiti).
Nel frattempo però, è da registrare la cessione di Karamoh al Parma, in prestito con obbligo di riscatto fissato a 12 milioni.
CESSIONI FONDAMENTALI PER RISPETTARE L’INDICE UEFA: ICARDI, NAINGGOLAN, MA ANCHE DALBERT E JOAO MARIO IN PARTENZA
Senza cedere nessuno, al momento, il costo della rosa aumenta a 221 milioni di euro. Sono circa 99 i milioni tra ammortamenti e costo prestiti e 122 milioni di euro in ammortamenti.
Facile intuire come molto passi dalla cessione degli esuberi. Icardi (50 milioni), Nainggolan (25 milioni), ma anche Dalbert (14 milioni) e Joao Mario (18 milioni): in caso di minusvalenza contribuirebbero comunque ad alleggerire il bilancio.
Le cessioni porterebbero dunque ad un abbassamento del costo della rosa (da 221 a 180 milioni), tra risparmio ingaggi ed ammortamenti. Il tutto permetterebbe all’Inter di avvicinarsi agli obiettivi per l’attacco, ovvero Romelu Lukaku ed Edin Dzeko.
Chiudendo infatti le due operazioni rispettivamente ad 83 e 15 milioni di euro, con stipendi di 4,5 e 6,5 milioni, il costo totale della rosa salirebbe a 224 milioni.
Certo, +13% rispetto alla scorsa stagione, ma comunque in linea (considerando anche un aumento dei ricavi strutturali del 10%) con l’indice del 50 % relativo al rapporto costi della rosa-ricavi. Tale rapporto deve infatti rientrare fra il 50 e il 70 % per ottenere il via libera dall’Uefa.