Qualche anno fa veniva considerato uno dei prospetti più luminosi nel panorama calcistico italiano: centrocampista duttile e capace di sacrificarsi per la squadra. La sua propensione al sacrificio non si è esaurita nel corso degli anni, tant’è che il suo nuovo mister sembra rispecchiarsi perfettamente in lui: diciamo che è abbastanza grintoso..
INFANZIA TRA I BENI DELL’UNESCO
Adesso sappiamo da dove proviene quel suo tocco artistico: da quando Sensi ha tre anni, il centro storico di Urbino è patrimonio dell’umanità UNESCO. Stefano nasce nella città marchigiana nell’agosto di 24 anni fa: lunedì è stato il suo compleanno, festeggiato nella maniera migliore con la rete al Tottenham di domenica. Inizia a tirare i primi calci al pallone a 6 anni sui campi dell’Urbania; fin da subito si fa notare per la sua duttilità in campo: è un camaleonte, gli allenatori avversari non sanno come arginare le sue qualità e lui ne approfitta per servire assist su assist.
6 anni dopo, quando Stefano compie 12 anni, cambia regione: dalle Marche si trasferisce in Emilia, sulla riviera romagnola. Tra una piadina ed un allenamento, il suo talento arriva alle orecchie di diversi osservatori, in particolare quelli di Serie B. Al Rimini matura calcisticamente fino a ricevere la chiamata del Cesena, che gli affida il centrocampo della formazione Beretti. In Primavera le cose vanno bene ma non benissimo: in due stagioni colleziona 32 presenze con 7 gol, giocando prettamente da mediano.
VIA DALL’ITALIA: ESPERIENZA ALL’ESTERO..
Il Cesena crede in lui, ma non è ancora il momento di dargli in mano le chiavi della mediana bianconera, che nel 2012 sta affrontando la Serie B. Così Stefano parte e va all’estero.. a San Marino; esordisce con la maglia del San Marino l’8 settembre 2013, nella sfida di Lega Pro contro la Reggiana, mentre il primo gol lo segna la settimana successiva: nel recupero della sfida al Como sigla il definitivo 2-0.
Le statistiche del primo anno da professionista sono promettenti ma non esaltanti: 26 partite ed una rete, quella al Como. Sono da segnalare, però, gli 8 cartellini gialli ed il rosso rimediato alla 26esima di campionato contro la Virtus Entella: cattiveria, sempre quella.
La seconda stagione con la maglia biancazzurra è decisamente migliore: lo spagnolo Irurita, a cui viene affidata la guida della squadra, lo sposta più avanti, facendolo agire da centrocampista centrale e da trequartista. I risultati si vedono: Stefano chiude la stagione a quota 9 reti, risultando il migliore marcatore stagionale. È ora di tornare al Cesena.
RITORNO IN BIANCONERO, POI IL NEROVERDE
Con il Cesena la carriera di Sensi acquista nettamente un risvolto in positivo: è il protagonista assoluto nel centrocampo della squadra romagnola, nella quale ritorna a giocare in mediana. Nonostante la posizione arretrata, segna 4 reti in 33 presenze, con una novità: è in questa stagione che emerge il Sensi assistman, come testimoniano i 5 passaggi decisivi serviti ai compagni. Ormai è destinato a rimanere in Emilia-Romagna, perchè nel gennaio 2016 il Sassuolo comunica di averlo acquistato a titolo definitivo per 5 milioni di euro.
Al Mapei Stadium le cose si fanno complicate per il 21enne di Urbino: nelle prime due stagioni gioca 38 partite segnando solo 3 reti. Le cose, però, cambiano con l’arrivo di De Zerbi in panchina: l’ex centrocampista di Foggia e Napoli lo mette al centro del progetto neroverde e Stefano si fa trovare pronto: in 28 partite segna 2 gol e serve 4 assist, cifre sufficienti per attirare l’interessamento del Milan, che cerca un regista italiano “alla Pirlo“. Con i rossoneri sembra tutto fatto, ma il 2 luglio arriva la grande beffa: Sensi è dell’Inter.
Prima di passare al Sensi nerazzurro, è giusto ricordare come il 2018 sia stato l’anno della svolta anche per l’Azzurro: Roberto Mancini lo fa esordire contro gli Stati Uniti a Genk, nell’amichevole del 20 novembre; alla seconda partita arriva il primo gol: nel 6-0 al Liechtenstein c’è anche il suo zampino, con un colpo di testa chirurgico.
L’UOMO FONDAMENTALE PER IL CENTROCAMPO DI CONTE
L’ha voluto Antonio Conte, l’ha voluto fortemente. Stefano ha risposto presente, un po’ come successo in tutta la sua carriera: prima presenza e primo gol, in amichevole contro il Lugano. Poi, alla terza gara di International Champions Cup, il giorno prima del suo 24esimo compleanno, Esposito lo lancia davanti a Lloris: killer instinct da vero bomber e seconda rete con l’Inter.
Le premesse sono buone, siamo certi che le sue prestazioni in nerazzurro saranno anche meglio. D’altronde lo sta già ampiamente dimostrando: la grinta ed il sacrificio sono di casa. Forza Stefano, vero gregario interista.