Arrivato sotto il peso dell’etichetta di acquisto più costoso della storia interista, Romelu Lukaku ha finora parzialmente rispettato le attese. Ma un giocatore del genere è stato portato ad Appiano non solo per rispettare i pronostici, ma anche per stravolgerli. In particolare, come evidenziato dal Corriere dello Sport, uno è il numero su cui il belga deve lavorare fin da subito: quello dei gol.
POLVERI BAGNATE: E’ SEMPRE STATO COSI’?
Orfana di Icardi, l’Inter ha ritrovato in Romelu il nuovo bomber a cui affidarsi, in tutto e per tutto. Sia per il gioco che per il tabellino marcatori. Ad oggi ha fornito un apporto discreto sotto entrambi gli aspetti, ma i gol, si sa, giocano sempre un ruolo fondamentale per gli attaccanti. Spesso si è sentito raccontare di un Lukaku poco prolifico: non è esattamente così. Non è Icardi, vero, ma i numeri mostrano come il feeling con la rete, specie negli inizi di campionato, non gli sia totalmente sconosciuti. Capocannoniere della nazionale belga, il gigante buono è il quarto marcatore di sempre della Premier League: davanti a lui nel gotha degli strikers i nomi di Aguero, Kane e Rooney. Beh. E ancora: dal 2015-2016 ha sempre firmato avvii da 4 o più reti nelle prime sette. Nel 2017-2018, anno di esordio col Manchester, fece addirittura 7 su 7. Altro elemento fondamentale da considerare è che l’ex Everton è un giocatore che da molto milita ad alti livelli. Basti pensare che al tempo del trasferimento al Chelsea il giocatore aveva ancora diciotto anni. E’ quindi da molto tempo abituato a giocare in campionati di spessore e a farlo per segnare.
IL TASSELLO MANCANTE E IL POTENZIALE INESPRESSO
Il problema allora dove sta? Innanzitutto non è detto che si debba parlare per forza di problemi. Il numero nove è stato vittima di un paio di acciacchi di troppo (schiena e quadricipite) che ne hanno minato la condizione già non ottimale, complice l’arrivo in gruppo ad agosto. Bisogna considerare, inoltre, la fase di ambientamento che sta attraversando: sia per il nuovo sistema che per il nuovo campionato. In più occorre focalizzare l’attenzione sul tipo di marcatore che rappresenta, aspetto su cui Conte vorrà e dovrà lavorare sicuramente. Lukaku, a sentire gli inglesi, ha mancato la sua consacrazione quando da una stagione monstre nel Merseyside è passato ad un’annata così così allo United, deludendo le altissime aspettative. La differenza sta tutta nell’incisività. Al nativo di Anversa non manca tanto un ampio bagaglio di reti, ma un volume di reti decisive. In squadre blasonate come Inter e Manchester, dove ci si aspetta risultati all’altezza, ogni partita è più difficile e potenzialmente più “bloccata”.
Proprio per questo la scelta di Romelu di approdare a Milano va letta anche in una prospettiva di miglioramento. Arrivando alla corte di un tecnico che lo ha sempre stimato, lo protegge e lo vede come perno del proprio sistema, avrà di nuovo la possibilità di fare quel passo decisivo. E, in ogni caso, siamo solo ad ottobre. Intanto oggi c’è il Sassuolo in trasferta, primo banco di prova. Il secondo, di difficoltà decisamente maggiore, contro il Borussia Dortmund. E dopo molti altri, dove servirà ancora di più il suo apporto visto il forfait di Sanchez. Tempo al tempo dunque, e, sopratutto, tempo a Romelu.