Il Corriere dello Sport esalta il tecnico leccese, paragonandolo a Josè Mourinho
CONTE, L’UOMO CHE PUO’ SPEZZARE IL DOMINIO JUVENTINO
Il paragone è delicato, ma alzi la mano chi non ha pensato almeno per un momento che Antonio Conte potesse essere davvero quel condottiero che, dopo anni, sia in grado di riportare l‘Inter ai livelli che le competono.
Dopo un inizio davvero niente male, con gli unici due stop contro Barcellona e Juventus, e la vittoria contro il Borussia Dortmund, il Corriere dello Sport incensa il mister salentino, che viene messo sullo stesso piano di Josè Mourinho.
Le analogie non sono poche, in realtà: temperamento forte, preparazione attenta delle partite, cultura del lavoro, capacità di esaltare il gruppo e i singoli. E anche l’obiettivo finale è simile: Mourinho fu voluto da Moratti per fare un passo in avanti decisivo in Europa; Conte, invece, è stato chiamato da Suning per contrastare il dominio juventino in Italia, e portare l’Inter dalla lotta per un posto in Champions alla lotta per lo Scudetto.
Certo, Mourinho aveva dalla sua tutto il popolo nerazzurro senza sè e senza ma; Conte ha una specie di “macchia indelebile”, cioè il suo passato sul campo ed in panchina con i colori bianconeri. E per questo alcuni hanno avuto e forse hanno ancora una perplessità su di lui.
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Ma l’allenatore salentino sembra non voler cercare il consenso dei tifosi per andare avanti nel suo lavoro, che è quello di valorizzare gli elementi a disposizione e portare il club il più in alto possibile; non vuole neanche rinnegare il suo passato juventino, perchè il professionista che è in lui antepone il club che guida a tutto il resto. È proprio questa la sua forza, quel “quid” che lo ha caratterizzato in tutte le sue esperienze precedenti.
È il primo tifoso del club che allena (lo disse già ai tempi della Juventus, ipotizzando un suo addio futuro), e lavora con dedizione assoluta: vive di calcio e di campo (la moglie Elisabetta ne sa qualcosa).
Antepone il gruppo al singolo, ed è anche per questo che ha avuto diversi episodi difficili con alcuni suoi calciatori (Krasic ed Elia alla Juventus, Diego Costa al Chelsea, Perisic, Icardi e Nainggolan all’Inter). I risultati, però, gli hanno sempre dato ragione.
Professionista vero, Conte riesce ad entrare nella testa e nel cuore dei suoi ragazzi, e per un esempio recente si vedano le dichiarazioni di Barella. Forse era dai tempi proprio di Josè che un giocatore dell’Inter non dimostrava così tanto attaccamento al proprio tecnico. Una delle chiavi del successo è proprio questa: costruire un gruppo solido, un collettivo focalizzato sull’obiettivo comune, senza distrazioni di nessun tipo. Fu quello che caratterizzò l‘Inter del Triplete. E’ quello che sembra emergere dai primi mesi di Conte a Milano. Siamo sulla strada giusta? Forse si.