Caro Giuseppe…
Com’è strana la vita. A volte, ti mette di fronte a realtà che tu non avresti mai pensato potessero accadere. Un anno fa avrei pensato a tutto, tranne che un giorno avrei scritto una lettera a Beppe Marotta, visto come l’acerrimo rivale per i tifosi interisti. Eppure, eccomi qua.
CHI L’AVREBBE MAI DETTO?
Caro Beppe, eccomi qua. E la frase di partenza è proprio questa: “Chi l’avrebbe mai detto?” Ti ho sempre visto come il nemico inarrivabile per intelligenza, progettazione e astuzia. E forse quando l’invidia si frappone in queste circostanze, l’odio lascia un po’ il passo all’ammirazione e l’altro lo si guarda con occhi diversi. Perché la verità è proprio questa Beppe, io invidiavo il tuo operato da nemico nella dirigenza Juventus. I parametri zero, i colpi ad effetto, l’arte di saper gestire anche le situazioni più critiche. Poi però quando è arrivata l’ufficialità del tuo addio alla Vecchia Signora e le prime notizie di un tuo avvicinamento all’Inter, la prospettiva è cambiata e ti ho aspettato con ansia. Come i bambini quando aspettano Babbo Natale…
E allora diciamo che sei tu che rappresenti la figura di Babbo Natale e quindi, come di consueto, nella lettera allego la lista dei regali che vorrei. Ovviamente sono cresciuto, non mi interessano più i giocattoli, per questo Natale ho obiettivi più concreti che però mi farebbero sognare lo stesso. La rosa dell’Inter è abbastanza corta e gli impegni restano comunque molteplici. Per affrontarli nel migliore dei modi servirebbe uno spirito guerriero come quello di Vidal, che tanto bene farebbe alla causa nerazzurra. Anche in attacco qualcosa andrebbe fatto, vista la mancanza di un vice Lukaku e magari quel Llorente di cui tanto si parla, oppure Giroud, sarebbero adatti alla causa nerazzurra.
Ovviamente nella lettera c’è spazio anche per i sogni e in questa parte metto il nome di Kulusevski. Se n’é parlato tanto, forse di più degli altri che ho citato sopra. Che regalo sarebbe, anche solo se arrivasse a giugno. Non ho nessuna fretta per lui, sia chiaro. Le cose belle vanno aspettate e chi tenta di mettere fretta al tempo, arriverà sempre in ritardo.
Ma poi c’è anche un’altro spazio dedicato alle “sorprese“. Eh sì, caro Beppe, ciò che mi stupiva di più del tuo operato alla Juventus erano proprio le sorprese, le trattative lampo, i colpi di genio, le scommesse. Insomma, nonostante questa parte sia completamente vuota probabilmente è quella più importante. Lo stupore più grande nell’uomo non è suscitato da ciò che si aspetta che accada, ma da ciò che vorrebbe accadesse e non si aspetta.
Giunti al termine della lettera, caro Beppe ora tocca a te. Nell’augurarti un buon lavoro, ti rinnovo i miei auguri di sereno Natale.