Mi perdonerà Paolo Giordano se prendo in prestito il titolo del suo primo romanzo, ma l’ho trovato estremamente adatto a descrivere il contesto. Sono pronto a scommettere che ci sarà qualcuno, e forse anche più di qualcuno, che ci credeva ancora. “Tutti erano colpevoli, ha pagato solo la Juventus” è una delle frasi che preferisco, in generale, sulla vicenda. E in fondo, calcolatrice alla mano, sono più le sentenze e i ricorsi respinti, che gli scudetti dei bianconeri.
INAMMISSIBILE, SI, MA NON PER NOI!
Il calendario segna giorno 8 gennaio, mercoledì, anno del Signore 2020. Sono passati 13 anni e cinque mesi, su per giù, dalla prima sentenza su Calciopoli. Tredicianniecinquemesi. Eppure, fino al 6 novembre scorso, il Collegio di garanzia del Coni ha dovuto ribadire per l’ennesima volta l’inammissibilità del ricorso presentato dalla Juventus.
Probabilmente sarebbe bastato molto meno a una qualsiasi altra società per capire che, effettivamente, non c’era dove appigliarsi. Calciopoli è stata e resterà per sempre una macchia indelebile sulle pagine della nostra storia calcistica, senza “se” e senza “ma”. L’aspetto che però incuriosisce maggiormente è proprio questa inutile perseveranza, come se la giustizia sportiva si lasciasse sopraffare dall’insistenza. Come se si lasciasse convincere “per sfinimento”. Servirebbero tre pagine di editoriale per ripercorrere tutte le tappe della vicenda, e sono certo che nessuno di voi ne abbia voglia (e se ne aveste, LEGGETE QUI), ma vi basti conoscere un dato. Fino a ieri sera erano 36 le sentenze – tra ricorsi respinti, giudizi e condanne – che riguardavano la Juventus, i suoi ex dirigenti e la richiesta di revoca dello Scudetto 2005/06 assegnato all’Inter.
Sufficienti? No! Troppe, addirittura? Macché! L’ultima notizia è quella risalente alla mattinata di oggi, che avrà fatto storcere per l’ennesima volta (la 37a, per l’esattezza) il naso ad Agnelli & co. Il Collegio di garanzia del Coni ha spiegato i motivi dell’inammissibilità dell’ultimo ricorso della Juventus, e fin qui nulla di strano. L’aspetto di maggior rilevanza è invece legato a un altro aspetto, ossia quello che obbliga la Juventus a non poter più presentare ricorso per Calciopoli. Un po’ come a dire “Va bene, se non lo capite da soli allora ve lo faccio capire io“. E non solo, perchè la società bianconera è stata anche obbligata a pagare 10 mila euro di spese per tutta la vicenda.
“Oltre al danno, la beffa” si direbbe, ma davvero vogliamo parlare di danno? O di beffa? Trentasette sentenze, trentasette porte sbattute in faccia alla Juventus e ai suoi legali. Trentasette, come gli scudetti che i bianconeri si vantano di aver “conquistato sul campo“. Ma evidentemente, come ci hanno insegnato questi tredici anni, è aspetto comune in casa bianconera dire quel che si vuole. E “chissene” se la Lega Calcio dice il contrario, “chissene” se l’albo d’oro della Serie A dice il contrario. La Juventus ha 37 scudetti, Calciopoli non è mai esistita e lo Scudetto 2005/06 è stato ingiustamente assegnato all’Inter. Poi c’è la giustizia sportiva, e non solo quella, ma in fondo non è più bello pensare di aver ragione, nella propria testa?