Maggio, tempo d’estate, di corse, di stanchezza, di cadute o di vittorie decisive. L’Inter spera di non arrivare stanca proprio a quel mese di maggio che ritorna nella sua storia, come il 22 di maggio, come il 5 maggio. Niente mezzi termini, o grandi vittorie o grandi sconfitte, oggi il calendario di maggio sembra un incubo per la squadra di Conte, ma il famoso “rumore dei nemici” potrebbe far nascere una nuova e storica impresa.
LA COMPATEZZA DEL GRUPPO COME SEGRETO PER LA VITTORIA
Esattamente 10 anni fa, Josè Mourinho cemetificava il gruppo di fronte a tante difficoltà, con un calendario complicatissimo e 3 competizioni vinte nel giro di 18 giorni, ovviamente nel mese di maggio. Nessuno avrebbe creduto a un’impresa del genere, gli impegni decisivi erano difficili e tutti ravvicinati e il doppio confronto di Champions con il Barcellona aveva tolto tante energie alla squadra di Mourinho.
Ma ci sono allenatori (Conte come Mourinho e pochi altri) che con le spalle al muro tirano fuori il meglio di sè; ci sono squadre che con le spalle al muro trovano un’unione speciale, una grinta per sopraffare il “rumore dei nemici”: quando un allenatore così trova una squadra così, si possono scrivere grandi pagine di storia. Lo sa bene Josè Mourinho, e lo sanno bene gli eroi del Triplete che, come riporta Tuttosport, a distanza di anni “Hanno raccontato come quella impresa fu centrata anche grazie a quel calendario che faceva pensare solo a vincere una partita dopo l’altra”. Quella determinazione era evidente in campo e la compatezza di quel gruppo ha fatto la differenza nel rush finale, all’apparenza impossibile da vincere. La decisione della Lega e le annesse polemiche di cui Marotta si è fatto portavoce, hanno sicuramente rinforzato il gruppo Inter che si è sentito attaccato dall’esterno.
Certo, romanticismo ed epicità a parte, il calendario di maggio rischia di diventare un ostacolo per la squadra nerazzurra ma Antonio Conte è pronta a guidarla come un condottiero contro innumerevoli avversari, come Mourinho 10 anni fa. D’altronde senza romanticismo, epicità e un pizzico di pazzia non si parlerebbe di Inter.