In un’intervista pubblicata sui canali ufficiali della FIGC, Christian Chivu racconta la nascita della sua passione per il mestiere di allenatore.
“Ho iniziato per caso” – esordisce l’ex difensore dell’Inter – “perché ho iniziato a fare l’osservatore dell’Uefa della Champions e della’Europa League. Ho voluto partire dal basso, preferendo cancellare il passato e partire dai settori giovanili“
Insegnamenti dai maestri
Chivu inizia raccontando la sua esperienza da osservatore del settore giovanile dell’Ajax. Il romeno paragona così il modello degli olandesi, con quello dell’Inter: “Prima squadra e settore giovanile sono due cose diverse e bisogna penare che sono diversi anche gli obiettivi. È affascinante e stimolante lavorare coi giovani, ma anche impegnativo. Devi sempre cercare di migliorarli individualmente e a livello collettivo, entrando nella testa dei ragazzi, per far capire loro principi e valori. Quando arrivano nel settore giovanile, l’obiettivo e farli arrivare in prima squadra. Bisogna far capire loro cosa vuol dire essere dei professionisti. Inter e Ajax hanno modelli molto simili per la crescita dei giovani. L’Ajax, però, li fa giocare più spesso in prima squadra, perché c’è meno pressione in Olanda rispetto all’Italia“.
Un pensiero speciale va ai grandi allenatori che hanno allenato Chivu; Mancini, Koeman, Mourinho, Spalletti e Capello. A questi maestri, l’ex difensore deve molto e ha imparato altrettanto da loro. Riguardo l’attuale allenatore nerazzurro, Antonio Conte, ecco cosa pensa di lui Chivu: “L’obiettivo è far crescere i ragazzi del settore giovanile, per mandarli, un giorno, in prima squadra. Conte è sempre stato presente e disponibile e, in tante situazioni ci ha dato una mano. Con lui abbiamo un buon rapporto“.
Ricordi da giocatore
È il momento, per Chivu, di rispondere a delle domande sul suo periodo da giocatore. L’ex difensore parla dei giocatori che più lo hanno messo in difficoltà: “Ho avuto dei compagni che mi hanno permesso di migliorare molto. Grazie a loro, ho potuto affrontare giocatori che mi hanno messo meno in difficoltà. Zidane, Van Nistelrooy, Shevchenko, Ronaldo, Cristiano Ronaldo, Leo Messi, per citarne alcuni“.
Chivu parla, poi, del miglior compagno di reparto, all’Inter, e dei giocatori con cui ha legato di più: “Non mi pare giusto nominare un compagno solo, perciò dirò tutto il reparto difensivo. Maicon a destra, Samuel, Materazzi e Zanetti a sinistra. Penso di aver legato con tutti. Per me la parte umana è sempre stata più importante di quella professionale. Mi sento molto spesso con Materazzi, Stankovic, Sneijder e Lobont, mio compagno in Nazionale e all’Ajax“.
Chivu allenatore
Sulla sua esperienza da allenatore, dell’Under 17 dell’Inter, Chivu racconta degli avversari affrontati: “Il girone B ha un livello tecnico-tattico molto alto. Le squadre son molto attrezzate, gli allenatori sono preparati. Abbiamo affrontato delle squadre che fuori casa ci hanno permesso di conoscere anche le strutture di quelle realtà. Quella che mi ha impressionato di più è stata l’esperienza che ho vissuto a Zingonia contro l’Atalanta. Loro hanno un bel centro, bello come quello dell’Inter“.
Un pensiero finale va a tre grandi campioni, che hanno giocato, anche, al fianco di Chivu: “Cassano è un talento puro che io ho visto in pochi nella mia carriera. ha fatto una buona carriera, ma avrebbe potuto fare anche di più. Le sue giocate erano devastanti. Francesco è quello che in assoluto per me, se devo fare una valutazione, è tra i migliori compagni avuti. Aveva una visione di gioco impressionante, determinazione e intelligenza che pochi hanno avuto nel calcio. Ibra aveva una potenza fisica e una tecnica impressionante e ha sempre avuto quella fame di spaccare tutto“.