Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter ha scritto una lettera per tutti i tifosi nerazzurri in occasione dei suoi 75 anni, pubblicata dal sito ufficiale del club milanese. Ecco alcune delle splendide parole:
“Non ho mai perso il sonno prima delle partite più importanti ma spesso, quasi sempre, l’Inter è stato l’ultimo mio pensiero prima di addormentarmi. Un pensiero dolce, fatto di fantasie di campo: tratteggiavo nella mente azioni e possibili giocate dei nostri campioni. Ragionamenti da tifoso, rilassanti. Poi, la mattina, si passava alla dimensione più pratica: scelte, decisioni, impegni.
Se mi sono mai arrabbiato veramente? In qualche circostanza, devo ammetterlo, sì. E penso che l’arrabbiatura più grossa, quella in cui mi sono fatto sentire perché pensavo fosse doveroso e necessario, sia stata quella dopo l’eliminazione per mano del Manchester United nella Champions League del 2009. Si è sempre pronti ad accettare che non si vinca, ma avevo capito che era il momento di fare un salto, uno scatto.
Di Barcellona-Inter si ricorda spesso il fischio finale, la mia esultanza ricomposta subito nel saluto al presidente del Barcellona. Ma qualche minuto prima, senza gli occhi addosso delle telecamere, era successo qualcos’altro. Ho sentito una fitta al cuore. Il tempo si è fermato. Non ho percepito più alcun rumore. Ho visto l’arbitro fare un passo, girarsi e indicare la punizione. Solo in quel momento il tempo ha ricominciato a scorrere, i colori sono tornati. Alla mia destra Joan Laporta era scattato in piedi, esultante. Io, seduto. Gli ho afferrato il braccio sinistro: “Lo hanno annullato”, gli ho detto. Sì, il gol di Bojan era stato annullato.
Dieci anni fa, oggi, viaggiavo verso Siena carico di speranza. Come i nostri tifosi. Sapevo che sarebbe stata una battaglia, su un campo piccolo, in uno stadio che conoscevamo bene. È stato un bel compleanno, non c’è che dire: sofferto, ma entusiasmante. E c’era ancora da mettere l’ultimo mattone, quello di Madrid.
Io, al fischio finale al Bernabeu, ero solamente felice. Ho provato una gioia piena, completa. Con Mourinho ci siamo incontrati due giorni dopo: l’ho invitato a cena a casa mia, a Milano. Gli ho fatto trovare un discreto centrotavola: la Champions League, nella quale entrava alla perfezione un regalo straordinario, il mio nipotino nato da poco. È stata una serata piacevolissima, di grande affetto, nella quale ci siamo detti quel segreto di cui tutti parlavano ma che noi non avevamo mai affrontato prima, perché era giusto così.
C’è una sola parola che può descrivere al meglio gli interisti: innamorati. Ne abbiamo tutte le qualità, i difetti e i pregi. Il nostro è un amore incondizionato per i colori nerazzurri.
Sarà così per sempre“.
Massimo Moratti