“Clonate il 4”. Recita così lo striscione che più volte è apparso nel cuore del tifo nerazzurro dello stadio San Siro, la Curva Nord. E forse non vi è mai stato slogan più veritiero. La fortuna capita solo una volta nella vita e correva l’estate del 1995 quando ha deciso di bussare alla porta dell’Inter facendo approdare alla corte del neopresidente Moratti, un giocatore argentino classe 1973, Javier Zanetti.
Da allora sono passati 16 anni, 16 stagioni ricche di grandi delusioni prima e di grandi gioie poi, in cui il Capitano ha collezionato ben 757 presenze con la maglia della Beneamata, stabilendo così il record assoluto. In questi 16 anni di Inter Pupi ci ha insegnato cosa vuol dire amare la maglia, essere fedele a un progetto, che a dirla tutta, solo ai tifosi interisti, chiamati Bauscia mica per niente, dava l’idea di essere un progetto vincente.
E così dopo anni e anni di sofferenza e di delusioni, mai nascoste dal Capitano, che più volte ha pianto per gli insuccessi della squadra, è arrivata la notte del 22 maggio 2010. Notte in cui l’Inter diventò campione d’Europa e uno Zanetti dagli occhi lucidi e un sorriso di incredulità alzava la Champions League nel cielo di Madrid, coronando un sogno in cui aveva sempre creduto.
Ieri a Montecarlo il Capitano, durante la premiazione del Golden Foot 2011 (vinto per la cronaca da Ryan Giggs), è entrato nelle Legends on the Champions Promenade, diventando così il primo giocatore ad essere nominato per la vittoria finale e contemporaneamente ad entrare nelle Legends. Questa la motivazione: “Le vittorie conseguite sul campo, il raggiungimento delle mille gare da professionista, il record di presenze di tutti i tempi con la maglia dell’ Inter e l’ormai proverbiale fair-play fanno di Javier Zanetti una leggenda vivente del calcio mondiale“. Al termine della cerimonia, durante un’intervista, il Capitano ha dichiarato di essere pronto a prolungare il suo contratto fino al 2014, “ovviamente in bianco, la cifra la metta pure Moratti”.
Lorenzo Candotti