E’ una nuova alba in casa Inter e, come in ogni aurora, i raggi del sole arrivano gradualmente, la luce ha bisogno del suo tempo per avere la meglio sul buio. I primi riflessi del “nuovo sole” nerazzurro hanno riscaldato i cuori interisti già sul finire dello scorso campionato, quando il presidente Massimo Moratti ha avuto la “pazza” idea di affidare la sua creatura a un nuovo condottiero, non abituato ai grandi palcoscenici ma voglioso di dimostrare subito tutto il suo valore.
Il giovane comandante riesce nell’impresa di ridare entusiasmo a un gruppo ormai spento e, in sole 9 partite, cambia il volto di una squadra che, nei due anni precedenti, era riuscita a esaurire tutto il credito guadagnato nella magica notte di Madrid. La ricetta sembra funzionare: arrivano i risultati e, soprattutto, arriva il gioco, con calciatori rigenerati tecnicamente e psiologicamente.
Termina il campionato e quella “pazza” idea si trasforma in realtà. L’esordiente sveste i panni del traghettatore e indossa quelli da leader, trovandosi a dover gestire un mondo nuovo, circondato da mille pressioni e da giocatori con un curriculum ingombrante. Per molti un agnellino in mezzo a tanti lupi.
E invece, a soli 36 anni, il romano sbarcato ai piedi della Madonnina conquista tutti, si integra alla perfezione nell’ambiente nerazzurro portando avanti, insieme ai dirigenti di corso Vittorio Emanuele, un mercato rivoluzionario e coraggioso, fatto di tanti addii illustri e pochi acquisti da prima pagina, tutto nel nome del fair play finanziario.
La nuova stagione inizia a fasi alterne, com’era prevedibile, con partite ottime e gare meno entusiasmanti, con schemi ancora da collaudare ed errori di impostazione tattica che ad un giovane, all’esordio nel campionato più difficile del mondo, devono essere per forza di cose concessi.
“Moratti deve sostenere Stramaccioni, può sbagliare“. Pensiero e parole di un allenatore che dell’esperienza ha fatto il suo marchio di fabbrica, quel Fabio Capello vecchio pallino del numero uno nerazzurro. Il presidente della Beneamata, dal canto suo, sembra aver decisamente voltato pagina, stanco dei continui cambi in panchina e deciso a portare avanti il nuovo progetto (avallato personalmente), nella speranza che da quella scelta azzardata possa rinascere un’Inter vincente.
Tempo al tempo, dunque. A te, Strama, il compito di far risplendere il sole nel nuovo mondo nerazzurro.