L’assenza di un playmaker è il vero tallone d’Achille della rosa nerazzurra

Tabù è la parola che in queste ore risuona nella mente di giocatori e tifosi. La vittoria a San Siro tarda ad arrivare, come pure tardano a farsi vedere quegli automatismi che Stramaccioni sta provando a creare nel suo scacchiere.

L’Inter, come visto anche contro il Rubin Kazan, appare ancora troppo spezzata tra attacco e difesa e una delle cause è senz’altro l’assenza di un regista di centrocampo nella rosa nerazzurra. Dopo la partenza di Thiago Motta lo scorso gennaio, infatti, l’Inter ha risentito non poco della mancanza di qualcuno che dettasse i tempi dell’azione, che prendesse palla a metà campo e che costruisse gioco facendo da collante tra difesa ed attacco.

Non è un caso infatti che, quando gioca, Sneijder sia costretto ad abbassarsi tantissimo e a ricevere palla quasi sulla propria trequarti per poi provare a dare una svolta all’azione. Contro il Rubin è stato il turno di Coutinho e, soprattutto, Cassano, giocatori dotati di un elevato tasso tecnico ma che ovviamente perdono di incisività quando devono arretrare troppo il loro raggio d’azione e non possono svariare liberamente su tutto il fronte d’attacco.

Per questo la società in estate ha deciso di puntare su Walter Gargano, nella speranza che potesse essere il giocatore giusto per risolvere almeno una parte dei problemi. L’uruguaiano, però, è un centrocampista di quantità più che di qualità e per queste sue caratteristiche risulterà utile soprattutto nel ruolo di mezz’ala.

L’unico in grado di rispondere alle caratteristiche richieste era Dejan Stankovic: Strama contava molto sul rientro del Drago ma la nuova operazione, che costringerà il serbo a stare lontano dai campi per altri due mesi, ha rovinato i piani nerazzurri. Ecco perchè il mister dovrà trovare in fretta nuove soluzioni; in attesa di gennaio, quando finalmente dovrebbe sbarcare ad Appiano il tanto agognato Paulinho.

Gaetano Mango

(Twitter: @nimango)

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