L’Inter finalmente espugna il proprio stadio, mettendo fine a un paradosso che stava per divenire insostenibile. Maledizione, la chiamavano. Sbagliavano. Nell’Inter che batte la Fiorentina la differenza non la fa la cabala, ma la familiarità, l’intesa sempre maggiore tra i giocatori di una squadra che è ancora neonata, ma comincia a “parlare calcio”. Il risultato, al di là della vittoria, è uno spettacolo gradevole, niente a che vedere con gli scempi calcistici a cui si è assistito di recente. Il giusto premio fedeltà per chi è stato in grado di sorbirsi partite soporifere come quelle di Verona.
L’impostazione di Stramaccioni stavolta è perfetta: il tridente in attacco per costringere i tre difensori viola – fino a ieri sera perfetti – a ripetuti uno contro uno, due esterni con gamba per limitare la spinta laterale che aveva messo in crisi la Juventus, due mediani ammassati a pochi metri dalla linea difensiva per coprire tutti gli spazi di cui Jovetic e compagni hanno bisogno vitale.
Questo complicato processo alchemico di sterilizzazione del possesso palla toscano alla fine dà i suoi frutti. La Fiorentina detiene il pallino di un gioco che non esiste, quantomeno non negli ultimi venti metri. Privo di registi, Stramaccioni sviluppa la sua idea, l’unica possibile, quella giusta: spezzare la squadra in due e sfruttare in ripartenza il talento dei suoi uomini d’attacco.
A differenza di Sneijder, Coutinho, per quanto discontinuo, velocizza la manovra ed è uno dei protagonisti del fantastico primo tempo nerazzurro, senza dubbio il migliore di questa stagione. E’ del folletto brasiliano l’incursione che porta al rigore conquistato da capitan Zanetti. Milito realizza e poco dopo sfiora il gol dell’anno su un’imbeccata geniale di Cassano, che poi trova la rete su un’azione di ripartenza ai limiti della perfezione in cui si esalta perfino Cambiasso. Il barese, in campo addirittura per tutti i novanta minuti magari non è riuscito a segnare ancora una tripletta, ma continua a sembrare leggermente più decisivo di chi l’ha preceduto.
Nonostante qualche difficoltà, l’Inter è stata la migliore tra le squadre settembrine, quelle trasformate dal calciomercato estivo. A un passo dall’olimpo, lontanissimi dall’abisso. Lo scorso settembre è solo un vago ricordo. Resta il rimpianto per la sconfitta col Siena, ma si spera di cominciare un nuovo mese senza sprecare punti contro squadre di metà classifica.
Giovanni Cassese
(Twitter: @vannicassese)