Mistero Guarin: alla ricerca del guerriero perduto

Portato a Milano con un’operazione praticamente perfetta quand’era ancora infortunato, rigenerato completamente grazie alle cure dello staff medico nerazzurro, devastante nelle ultime uscite della scorsa stagione e nelle prime di quella appena cominciata.

Non si può certo dire che Fredy Guarin abbia avuto un impatto negativo con l’Inter, anzi. Subito decisivo, a partire dal suo esordio. I tifosi hanno ancora ben impresse le immagini di Guarin del penultimo derby, quello vinto 4 a 2 grazie anche alle sue giocate.

Tuttavia nelle ultime uscite, il giocatore si è un po’ eclissato trasformandosi da elemento indispensabile della mediana nerazzurra a vero e proprio oggetto misterioso. Oggi il colombiano sembra solo l’immagine sbiadita del centrocampista ammirato all’arrivo ad Appiano. Alcune prestazioni un po’ opache lo hanno relegato spesso e volentieri in panchina. Il cambio di modulo ha fatto il resto: il passaggio al 3-4-1-2 (trasformatosi in 3-4-3 contro il Catania), infatti, penalizza un po’ l’ex Porto, che dà il meglio di sè nel ruolo interno, come si è visto a Baku.

Anche per questo, l’ennesima panchina nel match di domenica ha dato la sensazione che l’esclusione dagli undici titolari non fosse solo dovuta al viaggio in Colombia per onorare l’impegno con i “Cafeteros”  (Fredy ha giocato solo una delle due partite, rimanendo in campo per poco più di un’ora). Il problema è anche psicologico a questo punto, visto che il numero 14 nerazzurro appare molto meno sicuro di sè ed entrando a partita in corso non riesce a dare il suo contributo, mettendo meno cattiveria nelle sue giocate, forse per l’amarezza di non essere entrato nell’undici di partenza.

Nonostante questo, Guarin resta una delle colonne su cui si fonda il progetto della nuova Inter e Strama farà di tutto per recuperarlo tecnicamente e psicologicamente, permettendogli di tornare a ruggire in mezzo al campo.

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