Coperta corta

Doveva essere la partita in cui finalmente ritrovare i tre punti e tale è stata. Doveva essere una vittoria convincente e tale non è stata. L’Inter che batte il Palermo a San Siro si pone sulla scia delle recenti prestazioni negative piuttosto che riavvicinarsi alla forma brillante che aveva dato il via al filotto di vittorie culminato col successo di Torino. L’involuzione è evidente, manifestata dalla scarsa condizione fisica ancor prima che dal gioco, mai troppo brillante neanche durante la striscia di successi. I cambi eccellenti operati da Stramaccioni la dicono lunga: fuori tre certezze dell’Inter che fu e che è stata fino ad un mese fa per trovare e conservare la preziosa rete che vale tre preziosissimi punti.

“Oggi mi serviva una qualità ‘bassa’ per avere un gioco nei 20 metri, visto che non dispongo di un regista” le parole ancora più eloquenti del mister in risposta a una domanda sull’impiego di un deludente Coutinho. Il centrocampo rimane il reparto debole di una squadra che potrebbe e dovrebbe avere ambizioni maggiori. In periodo di down fisico la mediana nerazzurra è una coperta corta: troppo spregiudicata per coprire le falle che si aprono nella propria metà campo con Guarin, troppo limitata qualitativamente per non danneggiare ulteriormente una manovra già stitica di suo senza il colombiano. La solidità del reparto difensivo continua ad essere la ciambella di salvataggio alla quale aggrapparsi. Toccherà tenersi forte la prossima settimana quando, orfani di Samuel, ci toccherà affrontare quel Cavani che nel Palermo spuntato di ieri pomeriggio per fortuna non aveva ancora un valido erede.

Basta cambiare ottica per essere ancora più ottimisti. Dopo il triplice fischio finale di ieri non scriviamo +3 ma -3, come le gare che ci separano dalla sosta di cui le stanche gambe dei veterani nerazzurri hanno disperato bisogno. Magari insieme al 2013 arriva il classico Milito del nuovo anno.

Giovanni Cassese

(Twitter: @vannicassese)

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