Il detto dice: “Chi ben comincia è a metà dell’opera”. E così doveva essere per l’Inter, dopo che la squadra, allora allenata da Claudio Ranieri, aveva iniziato il 2012 sconfiggendo prima il Parma in casa con un rotondo 5-0 e una settimana dopo il Milan nel derby della Madonnina.
Il 22 gennaio si presenta a Milano la Lazio di Reja, quarta in classifica con una sola lunghezza di vantaggio sull’Inter. La statistica è a favore di Zanetti e compagni, con i biancocelesti che non guadagnano punti nella San Siro nerazzurra dal 2004. A questo dato si deve aggiungere anche il tabù Ranieri per Reja, sempre sconfitto nelle sfide romane. Partita ancora più insidiosa per la Lazio, vista la voglia di sorpasso dell’Inter: forti delle ultime sei vittorie con un solo gol incassato (Julio Cesar è imbattuto da 261 minuti, ndr) i nerazzurri hanno messo la freccia e non vogliono fare passi indietro in classifica rispetto a Juve, Milan e Udinese, tutte vittoriose.
La compagine interista insegue quindi la settima vittoria consecutiva in campionato (l’ottava totale se si considera anche la coppa Italia) e lo fa schierando un classico 4-4-2 con Maicon, Lucio, Samuel e Chivu a protezione di Julio Cesar; a centrocampo, vista la squalifica di Thiago Motta, i centrali sono Cambiasso e Zanetti, mentre sugli esterni giocano Alvarez a destra e Nagatomo a sinistra. Davanti spazio al tandem Pazzini-Milito. I capitolini rispondono, invece, con un 4-3-1-2, che vede Marchetti tra i pali, in difesa (da destra a sinistra) Zauri, Biava, Dias e Radu, in mezzo Lulic, Ledesma, Gonzalez ed Hernanes a supporto di Klose e Rocchi (preferito a Cissè).
Il primo tempo è in gran parte di marca laziale, con i biancocelesti che già al quarto d’ora vanno vicini al vantaggio: Tommaso Rocchi, abile nello sfruttare un buco difensivo di Lucio, viene fermato dal palo dopo aver spiazzato Julio Cesar. Ma alla mezz’ora l’esperto attaccante toscano si rifà, portando in vantaggio i suoi con un preciso diagonale in torsione, su assist di Ledesma. Ma l’Inter non ci sta e, a una manciata di minuti dalla fine della prima frazione di gioco, trova il pareggio con Milito, che batte Marchetti di sinistro dopo un preciso uno-due con il connazionale Alvarez.
Nella ripresa Ranieri decide di passare al 4-3-1-2, schierando da subito Obi al posto di Chivu, con Nagatomo arretrato sulla linea dei difensori, e Sneijder al posto di Alvarez. Nonostante il cambio di modulo i nerazzurri faticano a costruire gioco, ma su un rinvio di testa di Lucio la palla viene fatta scorrere da Biava, che non si accorge dell’arrivo di Pazzini alle sue spalle. Il numero 7 nerazzurro scatta sul filo del fuorigioco e con un pallonetto mette in rete. Sul 2 a 1 la Lazio va vicina al pareggio in due occasioni, prima con Klose e poi con Cissè, ma è l’Inter a portare a casa i tre punti.
Con questo successo i nerazzurri si portano al quarto posto in classifica con 35 punti, ma proprio da quella sera comincerà la parabola discendente della gestione Ranieri, culminata nell’eliminazione dalla Champions e nella sconfitta dello Juventus Stadium, che costerà la panchina al tecnico romano.