Quando ad agosto, dopo un’estate passata tra spiaggia, mare, ombrelloni e “scorpacciate” di notizie sul calciomercato, inizia il campionato, ogni tifoso si chiede dove sarà la propria squadra al giro di boa di gennaio, se le previsioni estive saranno state rispettate e se avrà avuto qualche soddisfazione che potrà “salvare la stagione” a maggio, al momento in cui si tirano le somme finali.
In queste prime 19 partite di Serie A, il cammino dell’Inter è stato altalenante, con una partenza che ha fatto un po’ storcere il naso, una fase centrale di stagione entusiasmante e un finale grigio e mediocre, dove i sorrisi e i complimenti di fine ottobre-novembre hanno lasciato spazio a qualche muso lungo e all’insoddisfazione.
Analizzando il girone d’andata interista, la cosa sorprendente riguarda gli scontri diretti con le prime della classe; prendendo in considerazione le prime sette in classifica, ossia, oltre ai nerazzurri, Juventus, Lazio, Fiorentina, Napoli, Roma e Milan, è importante notare come gli uomini di Stramaccioni abbiamo il miglior rendimento in questa speciale graduatoria: le sconfitte patite con le due romane vengono bilanciate da 4 prestigiose vittorie contro le altri rivali, per un totale di 12 punti, 2 in più di Napoli e Lazio, 4 in più della Juventus e addirittura tre volte tanto quelli ottenuti dai cugini rossoneri, i quali, nei “big match”, hanno racimolato solo 4 punti (vittoria con i bianconeri e pareggio con i partenopei).
Questa classifica relativa alle sfide tra le prime sette della classe vede un’Inter “grande” con le grandi, grazie alle qualità dei suoi uomini offensivi, in grado di trovare il lampo per risolvere la partita e all’esperienza di leader come Zanetti, Samuel e Cambiasso, eroi di mille battaglie capaci di guidare i compagni quando la posta in palio è molto alta e le gambe iniziano a tremare.
Viene da chiedersi come mai l’Inter non si trovi in cima alla classifica, visto quanto bene ha figurato negli scontri con gli altri top team. Come accade spesso, c’è un rovescio della medaglia, la parte mezza vuota del bicchiere; l’Inter, nel girone d’andata, si è dimostrata tanto cinica e autoritaria con le “big”, quanto incerta e inconcludente con squadre di rango inferiore: dal K.O. interno con il Siena ai deludenti pareggi casalinghi con Cagliari e Genoa, passando per le sconfitte di Parma e Udine, a onor del vero terreni storicamente difficili, ma dove la squadra non ha mai dato l’impressione di poter mettere alla corde l’avversario sulla carta più debole e conquistare l’intera posta in palio.
L’altalenante andamento nerazzurro deve far riflettere e la tendenza con le piccole deve essere invertita: sarebbe davvero un peccato arrivare alla fine della stagione costretti a partecipare a una sorta di “processione dei rimpianti” in cui si recitano tutti i “mea culpa” per i punti persi contro avversari modesti o comunque battibili.
La speranza di questo 2013 è che l’Inter trovi la solidità giusta per essere autorevole e conquistare i 3 punti nelle partite “da vincere” per riprendere la marcia in classifica interrotta domenica in Friuli e che continui a regalare emozioni nei big match come ha fatto in questo primo scorcio di stagione, magari bissando le vittorie come quella dello Juventus Stadium o del derby anche al ritorno.