Per quanto visto fino ad ora, è stato probabilmente l’unica operazione azzeccata da parte della dirigenza nerazzurra nel mercato estivo: Mauro Zarate, in prestito dalla Lazio con diritto di riscatto fissato a 15 milioni di euro, dopo le difficoltà incontrate con la gestione Gasperini che lo costringeva a destreggiarsi come esterno di sacrificio, con Ranieri sembra aver trovato la giusta continuità e la collocazione in campo a lui più consona. Anche se, per fare la differenza nell’Inter, serve migliorare ancora molto. Dopo due mesi in nerazzurro, Maurito si è confessato al quotidiano argentino “Olé”, parlando di diversi aspetti, dal suo arrivo a Milano alla situazione difficile che si vive in casa Inter, dal rapporto con gli altri argentini fino alla possibilità di vestire la maglia della Nazionale Italiana.
L’attaccante argentino, comincia con una dichiarazione d’amore per la città meneghina: “Milano è bellissima, è incredibile. La verità è che sono molto felice. I fan che mi incontrano per strada mi salutano sempre, ma si aspettano anche di vedere una striscia positiva di vittorie per avvicinarci alla testa della classifica”. Giocare in una situazione come quella che si vive nell’Inter, non è facile: “Psicologicamente non è il massimo. Quando parti bene, si gioca in maniera più rilassata, senza molta pressione”. E la clausola del contratto riguardante gli assist? “Sì, per ogni assist ricevo un premio. E’ da 13 anni che sento dire queste cose su di me, pensano tutti che io sia un po’ egoista in campo. Mi piace dribblare e fare la differenza con la palla ai piedi. Questa della clausola comunque è stata una buona mossa da parte dei dirigenti dell’Inter. Adesso ho più voglia di passarla“.
Poi, si passa a parlare della situazione che viveva alla Lazio: “La stampa romana è più a favore della Roma, i giocatori della Lazio non vengono trattati come i giallorossi. Non ho mai avuto problemi, ero arrabbiato con Reja perchè non giocavo, ma questo capita ad ogni giocatore. Ho detto al presidente che non volevo essere allenato da lui“. Poi è arrivata l’Inter, dove ha trovato molti connazionali, con cui parla anche del proprio paese: “Sì, quando siamo nello spogliatoio,oppure quando facciamo colazione parliamo dell’Argentina. Tutti vorrebbero tornare. Seguiamo ciò che accade nel campionato, ma seguiamo anche la Serie B. Mi piace come si vive il calcio in Argentina. Mi piacciono per esempio squadre come l’Argentinos, il Banfield e il Lanus che sono stati campioni. Non credo che il livello sia sceso”.
Infine, si parla di nazionale, sia argentina che italiana: “Sarebbe un sogno. Mi piacerebbe molto giocare nella Seleccion. Ma ci sono altri grandi giocatori. Però adesso che gioco nell’Inter spero di ricevere questa chiamata”. E Prandelli? “No, non ci vado. Non riuscirei a giocare per un altro paese. Mai. Non ci penso neanche. Sono argentino e il mio sogno è quello di difendere i colori del mio paese. Che sia chiaro”. Chiarissimo Mauro, ora caricati l’Inter sulle spalle e guadagnati il riscatto. Anche a suon di assist.