Nel 1954, Angelo Moratti acquista la villa situata all’entrata del paese di Imbersago, ancora oggi di proprietà dei Moratti. Nel 1955, papà Angelo assume la presidenza dell’Inter, iniziando così i rapporti di amicizia e di fratellanza sportiva della famiglia Moratti con i giovani interisti di Imbersago.
Massimo Moratti si è presentato nelle vesti di ospite d’onore della cena sociale del locale Inter Club presieduto da Valentino Caimi. A margine dell’evento, il presidente nerazzurro ha approfondito il discorso tecnico della squadra di Stramaccioni, spendendo qualche parola anche sulle recenti vicende arbitrali.
“Se non è il caso che siano gli avversari ad adattarsi all’Inter piuttosto che viceversa? No, a me quel tipo di discorsi non interessano – riporta La Gazzetta dello Sport -. Con Mou abbiamo vinto tutto adattandoci ogni partita all’avversario. Non ho la presunzione di dire ‘Andiamo in campo e facciamo la nostra partita’, purtroppo non ce l’ho. Mi basta vincere. Sta poi all’allenatore scegliere una squadra e poi su quella fare piccoli accorgimenti“.
Il patron nerazzurro ha poi commentato le direzioni arbitrali: “Preoccupato per l’atteggiamento degli arbitri? Dovrei esserlo da 15 anni… Alla fine è una cosa che perdi. Dispiace, ma tanto non è che ci sia una soluzione. E comunque non è per disattenzione che l’arbitro ha fatto quell’errore lì – il presidente si riferisce al rigore concesso al Milan nel match contro l’Udinese – era sicuro del rigore e l’ha dato. Alcune volte ci può essere errore di presunzione, ma capita anche ai giocatori“.
Moratti poi chiarisce il rapporto tra l’Inter e Balotelli: “Gli voglio bene, ma non era possibile tornare su di lui per l’esperienza che abbiamo vissuto. Speriamo di fare bene anche senza“.