Poteva essere una serata particolare: l’Inter, dopo la bella rimonta di Catania, era a caccia di riconferme e l’avversario blasonato, la cornice suggestiva di White Hart Lane e il pass per i quarti di Europa League lasciavano presagire a una sfida accesa e vibrante. Purtroppo così non è stato, gli Spurs hanno dimostrato la loro superiorità, seppur con qualche lacuna non sfruttata dai nerazzurri, chiudendo di fatto il discorso qualificazione.
Una brutta figura che, per lunghi tratti, ha ricordato il K.O. di Firenze, con l’avversario in totale controllo del match e gli uomini di Strama a rincorrere il pallone o a guardarsi negli occhi come spaesati; non è la prima volta che, in questa stagione, raccontiamo di una squadra completamente assente nei primi 45 minuti e che tenta una disperata reazione nella ripresa, con risultati alterni.
Per la trasferta londinese, Stramaccioni opta per il 4-2-3-1 con Cassano prima punta, coadiuvato da Alvarez, Pereira e Kovacic, mentre la mediana è affidata a Gargano e Cambiasso; di contro, Villas-Boas propone un terzetto sensazionale composto da Bale, Sigurdsson e Lennon alle spalle di Defoe.
Dopo 20 minuti scarsi, per la precisione 18, il Tottenham ha già la partita in mano, sia come mole di gioco che come punteggio: la “zuccata” di Bale su cross di Sigurdsson spiana la strada agli Spurs e il tap-in dell’islandese ex Swansea rende ancora più ardua la risalita nerazzurra.
Nei restanti 45 minuti va in scena lo show di Dembélé e Parker, i due mediani dei bianchi di Londra, al cui cospetto Gargano, Cambiasso e Kovacic si fanno piccoli piccoli: la forza del belga e le geometrie puntuali e ordinate dell’ex regista del West Ham mettono in scacco Zanetti e soci, i quali avrebbero l’insperata chance di riaprire la contesa, ma Alvarez, a tu per tu con Friedel, calcia malamente a lato di sinistro.
Chi si aspetta, nella ripresa, un’Inter double face come a Catania, rimane deluso, in quanto il Tottenham cala il tris pochi minuti dopo l’inizio dei secondi 45 minuti: Vertonghen svetta pressochè incontrastato nel cuore dell’area interista sugli sviluppi di un corner battendo Handanovic per la terza volta.
Grazie a un Samir, per l’ennesima volta, unico superstite del naufragio, abile a salvare su Defoe e Lennon, l’Inter ha un rigurgito d’orgoglio nel finale, creando l’occasione per tirar fuori la testa dall’acqua dopo una partita in apnea e giocarsi a Milano le possibilità di qualificazione: Cambiasso batte veloce una punizione pescando Palacio, ma il Trenza, di solito infallibile, calcia addosso a Friedel.
E’ l’epilogo di una notte europea molto brutta e un pizzico sfortunata; il boato di White Hart Lane sancisce il trionfo Spurs, lasciando una marea di perplessità al popolo interista.
Tra una settimana, senza Bale e con un’Inter più determinata, bisognerà cercare il miracolo, anche se, dopo questa serata amara in terra inglese, l’accesso ai quarti sembra una chimera.