“Sinceramente il calcio non mi manca tantissimo, sono tranquillo, mi godo la famiglia e cerco di dare il giusto peso a quello che è stato il mio mondo per tanto tempo: un gioco”. Così ha esordito Marco Materazzi intervistato ai microfoni del Quotidiano Sportivo. Prosegue, poi, parlando del suo futuro: “Fare l’allenatore è qualcosa che ho in mente, anche perché nel mio piccolo in campo mi sentivo un po’ allenatore, non ero velocissimo e cercavo di aiutare i compagni leggendo prima le azioni. Per ora studio al master per allenatori con Cannavaro e Inzaghi, poi vedremo.”
Non è stata una stagione particolarmente brillante per l’Inter; a tal proposito Materazzi esprime la sua opinione: “Stanno vivendo una stagione fra alti e bassi, però c’è anche da dire che il Mister non ha mai avuto contemporaneamente a disposizione giocatori come Stankovic, Chivu, Milito e Samuel eppure è ancora lì a lottare per il terzo posto. Poi c’è Cassano, un fenomeno. Lui dice sempre quello che pensa, a volte sbaglia, altre no, ma va accettato per quello che è, sopratutto considerando che in campo fa la differenza. Se un domani dovessi essere preso in considerazione dalla società valuterò cosa fare”.
Sabato 30 marzo ci sarà in programma Inter-Juve, una sfida che ha sempre avuto un fascino particolare e Matrix si aspetta una partita emozionante: “Sarà una grande partita, la differenza tra le due squadre credo si noti dalla classifica. Loro sono la squadra più continua del campionato, sono ripartiti ricostruendo dalle macerie qualcosa di importante affidandosi a Conte che, a mio avviso, è un grande allenatore, un motivatore come Mourinho“.
A proposito di Mourinho, ormai è passata alla storia la scena del pianto con lui dopo la finale di Madrid. L’ex numero 23 dell’Inter svela il significato di quelle lacrime: “Significavano che avevo perso un amico. Con José ho un rapporto splendido perché non solo mi faceva vivere la partita, ma mi dava anche la sensazione di essere importante, cosa che non tutti facevano”.
Infine Materazzi chiude con un ringraziamento particolare: “Grazie a Giacinto Facchetti e al mio cuore che batte per l’Inter. Nel gennaio del 2006 feci la scelta più azzeccata di tutte: evitai di trasferirmi al Milan“.