Una vittoria di mercoledì per continuare a sognare di giocare nei futuri mercoledì; l’Inter targata Stramaccioni, dopo la sconfitta nel derby d’Italia, è chiamata a conquistare l’intera posta in palio per non dire addio alla corsa al terzo posto, con annessa qualificazione alla Champions che verrà e gli introiti che da essa ne derivano.
Il recupero di Genova, sponda Samp, diventa delicatissimo proprio in quest’ottica: nel calcio tutto è possibile, ma un K.O. in terra ligure avrebbe il sapore di un definitivo abbandono alla bagarre per la terza piazza, attualmente distante 10 punti (virtualmente 7 in caso di successo a Marassi) e occupata dai cugini rossoneri.
Il Milan, sulla carta, non ha un calendario particolarmente agevole, a cominciare dalla trasferta di domenica prossima a Firenze; la sfida al “Franchi” inaugura un trittico di partite che potrebbero far perdere terreno agli uomini di Allegri, che ospiteranno il Napoli prima di andare allo Juventus Stadium. Anche le gare casalinghe con Catania e Roma nascondono più di un’insidia, mentre i restanti match (Torino a San Siro, trasferte a Pescara e Siena) non dovrebbero creare eccessivi grattacapi a Balotelli e soci.
Gli uomini di Strama, dal canto loro, sono chiamati a non sbagliare un colpo, impresa sfiorata nel finale della scorsa stagione, in cui l’Inter perse solamente a Parma e con la Lazio. Quest’anno, però, il compito non è affatto facile: più che la trasferta di Napoli e il match casalingo con i biancocelesti di Petkovic, i nerazzurri sono chiamati a essere impeccabili negli scontri con le squadre che faticano nei bassifondi della graduatoria e con le squadre che non hanno più nulla da chiedere a questa stagione: se Palermo e Genoa sono incognite in quanto le compagini allenate da Sannino e Ballardini cercheranno disperatamente punti salvezza, le gare con Atalanta, Parma e Udinese tra le mura amiche e la sfida di Cagliari devono essere condotte in porto, possibilmente senza troppi patemi.
Oltre che per una questione di introiti, tutt’altro che irrilevante, il mancato ingresso nell’Europa che conta potrebbe essere un duro colpo anche per l’immagine nerazzurra: senza la partecipazione alla coppa “dalle grandi orecchie”, l’unico modo per convincere giocatori del calibro di Sanchez e Dzeko a trasferirsi sulla sponda interista dei Navigli sarebbero dei contratti faraonici, ipotesi da scartare quasi a priori vista la politica finora intrapresa dallo staff dirigenziale.
Senza la Champions, con il suo inno e il suo fascino, San Siro difficilmente accoglierà il grande campione, mentre sarà più probabile mantenere la rotta intrapresa finora e dare spazio ai baby nerazzurri quali Kovacic, Botta, Laxalt e Icardi, tenendo presente che questa lista potrebbe allungarsi.
Un mercoledì di campionato che deve essere vissuto come un mercoledì “da leoni”: la rincorsa al terzo posto non può avere un epilogo così amaro, ma deve continuare fino alla fine.