Adani sicuro: “L’Inter? Avrà questo ruolo!”

Protagonista in nerazzurro dal 2002 al 2004 con trenta presenze e due gol, Daniele Adani è uno degli analisti sportivi più seguiti del momento.

L’ex difensore, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha parlato dell’Inter ipotizzando quanto potrebbe accadere da qui a fine stagione.

Questo, in sintesi, il suo pensiero sul tricolore.

Le due capolista sono belle sfortunate, stanno volando vincendo con merito, ma c’è anche l’altra! E c’è la stessa Inter che ha sprecato qualche punto, ma regge il paragone. I nerazzurri resteranno il terzo incomodo anche se non dovessero vincere i prossimi scontri diretti. Il ballo rimane a tre. L’Inter ha pur sempre fatto 7 vittorie, 3 pareggi e una sconfitta”

Inter, Corre, San Siro

Come è cambiata l’Inter dopo la sconfitta in casa della Lazio?

“Nessuna variazione particolare. Tutta la fase difensiva era molto chiara anche prima, visto che è cambiato poco rispetto a Conte. Se però perdi l’attenzione vai in difficoltà sia che pressi molto alto sia che tu crei densità in mezzo al campo come hanno fatto, secondo me sbagliando, nel finale contro la Juve. Se giochi a tre devi scalare molto sugli esterni, a volte ci arrivi con i ‘braccetti’, cioè Skriniar e Bastoni. A volte ci pensano i quinti. Uno dei due ai lati di De Vrij però a volte deve avanzare per prendere la mezzala avversaria. Quando non c’è la giusta concentrazione, anche una squadra forte ed esperta può sbagliare. Ora invece sono tutti sul pezzo. Ma non per un cambio tattico”.

Quindi ritiene casuale anche il fatto che, ora che subisce meno, l’Inter sia passata da più di 3 a meno di due gol segnati a partita?

“Una grande squadra deve cercare di essere propositiva ma anche equilibrata. Si parla tanto di marcatura preventive, cioè quella condizione che ti permette di attaccare, di accompagnare l’azione, ma anche di prevedere e anticipare l’eventuale ripartenza dell’avversario se perde palla. Ora questo funziona meglio perché tutti sono sul pezzo. Tanto che…”.

Dica, dica.

“Tanto che nelle ultime partite Inzaghi ha ruotato anche i tre dietro ma la fase difensiva non ne ha risentito, malgrado D’Ambrosio e Ranocchia fossero alla prima da titolari”.

Skriniar, De Vrij e Bastoni sono tosti ma con quella costituzione a volte soffrono gli esterni offensivi veloci nel breve.

“È vero che contro i vari Rodrygo, Vinicius, Gonzalez e Boga hanno ballato un po’. Tutti e tre sono possenti, ma anche diversi tra loro. De Vrij è un giocatore più di letture, che anticipa e sa prendersi il metro in più sulla anticipandola la posizione. Skriniar non ha nulla da invidiare ai centrali veloci. Tanto che dopo qualche critica iniziale ha dimostrato di giocare alla grande nella linea a tre. Bastoni è il più tecnico ed elegante. Uno che, come è giusto che sia vista l’età, fa ancora meglio in costruzione rispetto a certi tempi nelle chiusure”.

Quanto è importante il lavoro di Brozovic e degli esterni?

“Decisivo. Anche se una squadra che vuole imporsi anche fuori all’Italia deve permettersi di non riciclare entrambi gli esterni. I due quinti sono importanti, ma devono alternarsi. Non ci si può più appiattire su una linea a 5. Perisic attacca come un’ala ma è sempre disposto a sacrificarsi. Molto più utile che tra i cinque che difendono ci sia Brozovic piuttosto che entrambi gli esterni. Così ti metti a 4, hai Brozo a schermare e l’altro esterno può rimanere alto, pressando il terzino”.

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