Per sostituire Conte e quanto fatto da lui nelle passate stagioni probabilmente a maggio dell’anno scorso al pubblico interista avrebbe fatto più gola un nome altisonante, un nome alla Massimiliano Allegri, per intenderci.
La decisione di puntare su Simone Inzaghi venne accolta con una punta di scetticismo, quasi malumore, ma l’allenatore piacentino non si è scoraggiato e ha lavorato con pazienza, ha portato e trasmesso ai calciatori la sua idea di calcio e nel corso della stagione ha raggiunto e superato le aspettative dei tifosi.
È indubbio che pesi a novanta minuti dal termine nella sua valutazione, la situazione di svantaggio contro la prima classificata, ma solo perché questa è il Milan, acerrima rivale e squadra ancora non ritenuta all’altezza dei nerazzurri. Ma non è così, i rossoneri hanno meritato e meritano di stare là. L’Inter, qualcosina da recriminarsi, ce l’ha.
I sette punti in sette partite, la sconfitta nel derby di ritorno, Radu: tutti momenti in cui sarebbe bastato fare qualche punticino in più per non doversi trovare a pregare in un passo falso dell’ultimo minuto.
Ma tutto sommato, va bene così: l’Inter ha fatto la sua onesta e ottima stagione, ritrovando due coppe che mancavano da undici anni e una qualificazione agli ottavi di Champions League che mancava invece da dieci, riuscendo addirittura a trionfare in dieci contro undici ad Anfield e avendo difeso lo scudetto sino all’ultimo secondo del campionato.
Facendo un bilancio con una media aritmetica potremmo dire che la stagione è da otto pieno (nove nelle coppe, sette in campionato). Questo, almeno, è il giudizio che sento di assegnare io.
Chiaro che, qualora in maniera del tutto insperata, dovesse arrivare il terzo titolo stagionale la stagione potrebbe dirsi senza ombra di dubbio PERFETTA. Sarà difficile, difficilissimo. Ma nulla è impossibile all’Inter, nemmeno farsi male da sola, nemmeno perdere uno scudetto all’ultima giornata, o vincere i tre maggiori titoli in una stagione: la speranza è lieve, ma viva.
Inzaghi, messo a dura prova e tenuto sotto la lente d’ingrandimento delle critiche da inizio anno, ha dimostrato di potersi meritare l’Inter e non si è fatto schiacciare dalle aspettative, rimanendo fedele a sé stesso e alle sue idee.
Il gioco trasmesso ai suoi ha fatto divertire tutti, tifosi e avversari. Ha mantenuto la difesa a tre ma in virtù di un calcio propositivo e arrembante, di possesso e di dominio. Vedere l’Inter giocare, al netto di qualche scivolone, è stata una gioia per gli occhi di tutti gli appassionati di questo sport. Solo questa è una vittoria. E il merito, non può che essere suo.