Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il 23enne Giulio Donati, una delle rivelazioni di questa Italia Under 21, ha parlato di quello che è il suo momento e delle prospettive future che gli si possono presentare, senza dimenticare quella che è la sua squadra del cuore, l’Inter: “E’ un sogno data la mia fede interista. Sono arrivato che avevo 18 anni. Feci un paio di provini, ma con il fallimento della Lucchese è stato tutto più facile. Ho fatto due ottime stagioni con Esposito, ho imparato tanto. A fine allenamento mi fermavo a migliorare i cross. Il mio sogno sarebbe quello di tornare”.
Da lì in poi i vari prestiti in provincia, da Lecce a Padova fino alla sciagurata esperienza di Grosseto, quest’ultima culminata con la retrocessione in Lega Pro: “Davvero terribile. E’andato tutto storto dall’inizio. La penalizzazione ci ha sfavoriti e abbiamo cambiato troppi allenatori. Io dovevo tornare a Lecce dove nella prima parte feci bene in Serie A, fino all’arrivo di Tomovic, ma dopo la sentenza del Calcioscommesse mi sarei ritrovato in Lega Pro. A quel punto, decisi di andare a Grosseto. E’ andata male.”
Meglio in Nazionale che nei vari club: “Esatto, mi sono impegnato come un matto per tenermi stretto la maglia azzurra. Purtroppo, fino a poco tempo fa ero chiuso da De Sciglio che è molto forte, ma ora che è stato promosso nella Nazionale maggiore mi è tutto più facile, anche se ci tengo a precisare che il posto me lo sono sudato sul campo“.
Tanti club lo cercano (addirittura si vocifera di una pista russa, ndr), ma l’Inter potrebbe pensarci bene prima di privarsi di tutti i suoi baby difensori: “Penso che anche uno come Biraghi possa essere utile. A me l’estero non dispiace, ma giocare in Serie A è tutta un’altra cosa. Male che vada faccio il bagnino, il brevetto l’ho preso”.