Al Camp Nou l’Inter di Simone Inzaghi ha scritto la storia.
E non importa se, addirittura, potesse finire ancor meglio, se Ter Stegen è stato un supereroe o se Asllani avrebbe potuto passarla.
Non importa, perché i nerazzurri hanno combattuto in un catino bollente, lottando e dando tutto, fino all’ultima goccia di sudore. Quasi come un déjà vu che riporta all’annata Mourinhana.
Non importa, perché al Camp Nou si è visto uno dei migliori Lautaro Martinez di sempre, che ha affrontato la difesa blaugrana senza paura e ha dispensato più di un gioiello. E Dzeko al suo fianco è stato la solita certezza.
Non importa, perché Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan sono stati un centrocampo perfetto, anche senza Brozovic, leader tecnico di questa squadra.
Non importa, perché la difesa è tornata a ringhiare nonostante i tre gol, perché gli esterni sono stati sontuosi, perché Onana ha dimostrato che può essere il portiere dell’Inter, perché le riserve sono entrate con la giusta fame.
Non importa, perché Simone Inzaghi non aveva nessuna voglia di rivalsa. Aveva solo voglia dimostrare chi è. E lo fatto.
Non importa, perché è tutto nelle mani – o nei piedi – dei nerazzurri. A San Siro. Per completare l’impresa.
Non importa, perché “a Barcellona si ricorderanno dell’Inter”.