L’Inter vince il derby a distanza di 365 giorni da quello che l’anno scorso segnò l’inizio della crisi.
Dall’inferno al paradiso, è tornata l’Inter di Inzaghi
Potremmo parlare di tante cose. Di un Barella quasi onnipotente e di un Calhanoglu che quando vede rossonero si infiamma. Di Acerbi e Dzeko, che all’età che avanza rispondono con intelligenza, mestiere e classe. Oppure di Lautaro Martinez, finalmente capitano: con la fascia e nella testa. Simbolo di un’Inter nuova, rinnovata negli stimoli. Affamata.
Preferiamo però concentrarci sull’insieme. Su un’Inter che pian piano pare ritrovarsi. Era il 5 febbraio 2022, manco a farlo a posta, e al 74esimo i nerazzurri sono in vantaggio 1-0 nel derby e sembrano controllare agilmente partita e campionato.
L’Inter gioca bene, pare troppo più forte delle rivali e destinata a fare il bis Scudetto dopo la vittoria dell’anno precedente. Il resto è storia ben nota, con la doppietta di Giroud e l’inaspettato trionfo a fine stagione del Diavolo.
Quel 5 febbraio qualcosa si ruppe e forse ieri, esattamente un anno dopo, il destino ha voluto offrire ai nerazzurri una sorta di rivincita, un’occasione per redimersi e tornare ad essere grande.
Nelle ultime settimane, tolta la parentesi Empoli, si è rivista l’Inter di Inzaghi: quella aggressiva, quella che corre in avanti. Con i braccetti difensivi a fare gioco e un centrocampo che detta il ritmo della partita innescando – al momento giusto – gli attaccanti pronti a sublimare il lavoro della squadra.
Un’Inter di tutti e di nessuno, senza primedonne, e che fa del calcio propositivo il suo unico mantra. Un’Inter europea, che vince e si diverte. Che a volte si specchia un po’ troppo, è vero, ma senza mai sfociare nel narcisismo.
Un’Inter che riconosce in Inzaghi una guida sicura e nelle sue idee l’unica strada percorribile per arrivare alla vittoria. Un’Inter che 365 giorni dopo pare essere tornata. Questa volta, sperano i suoi tifosi, per non andarsene mai più.
PIERFRANCESCO VECCHIOTTI