L’Inter si appresta ad affrontare una delle partite più importanti nella storia recente del club, quella di domani sera a San Siro contro il Porto sarà infatti uno snodo cruciale per la stagione nerazzurra e per il futuro in Champions dei ragazzi di Inzaghi.
Uno dei calciatori che sarebbe dovuto essere un perno per l’allenatore ex Lazio è Robin Gosens che però non è mai riuscito ad imporsi e a conquistare il posto da titolare che è ormai ricoperto in pianta stabile da Federico Dimarco.
Robin però sta dando segni di ripresa e oltre a quella da calciatore, il tedesco ha anche una carriera da studente che lo porterà presto alla laurea in psicologia.
Gosens sul passaggio all’Inter: “Mi ha fatto uscire dalla Comfort Zone”
Proprio in occasione della vigilia del match di Champions, Robin ha parlato ai microfoni della Uefa a proposito della psicologia, del suo percorso di studi e del passaggio dall’Atalanta all’Inter:
“La mia laurea è nelle fasi finali. Ho alcune cose da correggere e poi, si spera, gli ultimi dettagli verranno sistemati. Dopodiché, dovrei avere la mia laurea in tasca, a patto che il professore approvi.
Penso che che la psicologia sia estremamente importante nel contesto del calcio. Ho anche imparato a farne tesoro. All’inizio della mia carriera non era così. La sua importanza è cresciuta per me, soprattutto attraverso i miei studi.”
“Non tutti sentono di potersi aprire completamente. Quando ho problemi mentali o psicologici, ho ancora l’impressione che molti calciatori la vedano come una debolezza.”
“Mi ha portato fuori dalla mia zona di comfort. È sempre difficile decidere di lasciare la tua zona di comfort per provare qualcosa di nuovo. Stavo molto bene all’Atalanta. Abbiamo vinto tutto quello che c’era da vincere per il club, non in termini di titoli, ma in termini di traguardi. Lasciarsi tutto alle spalle per una nuova avventura è, ovviamente, un grosso problema a livello mentale. Arrivi in un nuovo club e praticamente inizi da zero. Certo, potresti avere una certa reputazione, ma nello spogliatoio sei un “nessuno” e devi dimostrare le tue qualità. Ma io volevo lasciare consapevolmente la mia zona di comfort per la mia ambizione di ottenere il più possibile nello sport. Volevo fare il passo successivo perché sento di poter crescere come sportivo oltre che come persona.”
Andrea Mariotti