Guardando la finale dell’Europeo Under 21, i tifosi dell’Inter potevano essere orgogliosi del loro settore giovanile. 4/5 del pacchetto arretrato dell’Italia di Mangia erano infatti baby nerazzurri: Bardi, Donati, Bianchetti e Caldirola (più Biraghi in panchina, ndr) facevano intravedere ottime speranze per il futuro della difesa della Beneamata.
Tuttavia, appena finita la kermesse, è iniziata la diaspora dei giovani talenti: Donati è stato ceduto al Bayer Leverkusen per 3 milioni, e a breve anche Caldirola approderà in terra tedesca per vestire la maglia del Werder Brema. I due Under sono stati utilizzati per fare cassa, sfruttando anche la visibilità data loro dalla manifestazione continentale: la dirigenza interista non li ha ritenuti pedine fondamentali per la squadra del futuro e, anche se a malincuore, ha deciso di sacrificarli.
Sperando di non ripetere l’operazione Destro, ceduto frettolosamente al Genoa, e poi cercato con insistenza la scorsa estate, quando il suo prezzo era lievitato considerevolmente, l’Inter sta seguendo una strategia ben definita. Moratti ha avallato queste cessioni perché necessarie a finanziare l’acquisto di Isla, senza privarsi dei veri gioielli della Primavera, Bardi, Mbaye e Duncan.
Il portiere andrà al Livorno, ma solo in prestito, essendo considerato l’erede naturale di Handanovic; il terzino africano è seguito anche dal Monaco, ma andrà a farsi le ossa in una squadra di provincia, mentre il centrocampista potrebbe giocarsi le sue carte in nerazzurro, pronto all’esplosione e alla definitiva consacrazione.