Javier Zanetti ha presentato il suo nuovo libro presso la libreria Mondadori, in Duomo a Milano.
A distanza di 5 anni dall’ultimo libro intitolato “Vincere, ma non solo”, Javier Zanetti questo pomeriggio ha presentato il suo nuovo scritto presso la libreria Mondadori, in piazza Duomo a Milano. L’ex capitano nerazzurro arriva così alla sua sesta pubblicazione in carriera: il libro, intitolato “Un legame mondiale“, parla del suo rapporto tra Italia e Argentina, i due paesi dove ha giocato maggiormente.
Un legame mondiale, la presentazione del libro
Durante il suo intervento di questo pomeriggio, Zanetti ha anticipato i principali temi presenti nel libro, partendo innanzitutto dalle emozioni vissute nel momento in cui è arrivato in Italia, più precisamente all’Inter:
Quando sono arrivato è successo tutto molto velocemente, inizialmente non ci credevo: ero in Sudafrica con l’Argentina, mi hanno detto che questo affare era reale. Sono andato in camera e ho chiamato Paula, le ho detto di vedere il telegiornale e lei ha confermato. In quell’epoca arrivare nel Calcio italiano non era semplice: arrivai con un mio connazionale che era più forte, mi ricordo già dalla presentazione alla Terrazza Martini, c’erano Mazzola e altri storici interisti. Fin da subito sentivo il senso di famiglia, non dimenticherò mai i primi allenamenti e la prima partita a Varese. Col tempo è nato l’amore per l’Inter.
L’attuale vice presidente dell’Inter ha poi proseguito con la vittoria dell’Argentina al Mondiale 2022, ricordando il gruppo di argentini che nel 2010 ha vinto il Triplete con la società nerazzurra:
Emozionarsi per le vittorie da chi le vive dal campo è come essere il primo tifoso quando giocavo. Sapevo cosa provavano i giocatori, ho avuto la fortuna di abbracciarli uno per uno in Qatar, è stato un’altalena di emozioni. Siamo passati da grandi sofferenze ad una finale felice.
Il gruppo di argentini nel triplete era unico. Tutti avevamo grande senso d’appartenenza. Quel gruppo era composto da tanti stranieri, avevamo un solo obiettivo: scrivere una pagina della storia interista. E l’abbiamo fatto.
Il suo rapporto con la città di Milano, che l’ha accolto da giovane:
Il rapporto con la città ora che sono in dirigenza è cambiato tantissimo. Milano è sempre più bella, mi piace viverla e condividere momenti con le persone. Mi piace andare a cena in giro, Milano mi ha accolto e ha aperto le porte. Per questo non finirò mai di ringraziare la città.
Il messaggio a Baggio:
C’è un giocatore italiano che ha rappresentato l’Italia benissimo, ed è Baggio. Lui è una persona meravigliosa, io penso che lui si senta argentino perché ogni volta che ci vediamo parliamo del calcio argentino. Lo guardavo fin da bambino, fa parte dell’essenza del calcio. Poi ho avuto la fortuna di conoscerlo e di esserci amici.
Sulle partite tra Argentina e Italia:
Tra Argentina e Italia spero sempre finisca in pareggio. Negli anni 70, 80 e 90 si affrontavano spesso, l’ho sempre vissuto come una grande sfida come se affrontassimo Germania o Brasile.