Si è quasi conclusa la prima settimana di ritiro dell’Inter 2013/14 e già si intravede la mano di Mazzarri. Per un allenatore è importante trasmettere da subito le sue idee ai giocatori: prima la squadra metabolizza il modus operandi del nuovo mister, prima si potranno vedere dei risultati soddisfacenti in campo.
Così il tecnico toscano non ha esitato a spremere fin dalle prime giornate di lavoro i suoi giocatori. Corsa, lavoro, cura dei dettagli: su queste basi è cominciata l’avventura dei nerazzurri, che a Pinzolo dovranno sudare ancora tanto per imparare alla perfezione i meccanismi del gioco mazzarriano.
Già dalle prime parole intercettate dalla Gazzetta sui campi del Trentino emergono chiari indizi sul gioco di Mazzarri. Sarà un gioco veloce innanzitutto, costruito sì dalla difesa ma rapido nel superare la mediana, con lo scopo di sorprendere le difese avversarie: “Quando saliamo, 2-3 passaggi orizzontali al massimo, poi all’attacco!” spiega il mister. L’importante è coinvolgere il maggior numero possibile di uomini nella manovra offensiva: non solo gli attaccanti, anche i due centrocampisti “incursori” e gli esterni devono accompagnare l’azione.
Mazzarri vuole vedere il pallone correre sull’erba almeno quanto i suoi giocatori, su questo è stato chiaro: “Rapidi, veloci e palla bassa. Non voglio vederla volare!” ha detto ai suoi il tecnico toscano. Insomma corsa e velocità, due ingredienti fondamentali del calcio moderno, che devono entrare al più presto nel vocabolario calcistico dei nerazzurri. Non ci sono scuse: chi non terrà i ritmi richiesti dal mister si siederà in panchina, o, peggio, in tribuna.
Corsa sì, ma non solo. WM vuole che i suoi non sprechino energie a correre dietro i palleggiatori avversari. Per questo il mister chiede un pressing intenso subito dopo la perdita della sfera: “Così si corre meno e si corre meglio“. La pressione deve partire direttamente dall’attacco, “dal numero 9“, (Icardi è avvisato) in modo che la squadra si muova sempre all’unisono, in ogni fase del gioco. Difendere e attaccare tutti insieme, un po’ come faceva il Barcellona di Guardiola, per attaccare gli avversari fin dalla loro trequarti e accelerare la manovra offensiva.
Oltre la tattica c’è di più: innanzitutto la concentrazione. Mazzarri vuole che i suoi ci siano con la testa, che in campo diano tutto e sappiano come gestire ogni situazione. L’aspetto mentale può fare la differenza nel calcio di oggi, il mister toscano lo sa bene e non accetterà cali di tensione durante l’anno. Il lavoro servirà anche a questo: ad abituare alla fatica, ma anche a dare sicurezze a un gruppo che nella scorsa stagione ha mostrato più di una volta una fragilità psicologica eccessiva.
Mazzarri ha la sua ricetta per l’Inter del futuro. Ora la palla passa, letteralmente, ai giocatori, che dovranno seguire il tecnico in tutte le sue idee e calarsi nell’universo mazzarriano senza indugi. Lavoro, tanto lavoro fin da subito: il cuoco nerazzurro ha già le mani in pasta per cucinare un piatto degno ai tifosi.