Il sindaco di Milano, Sala, è uscito allo scoperto sulla situazione legata all’impianto di San Siro, le società ora devono decidere
La situazione legata all’impianto di San Siro è sempre più calda e i tempi sono sempre più brevi: lo stadio potrebbe vedere le due società milanesi, Inter e Milan, andare a giocare altrove, in uno stadio di loro proprietà. Il fascino che solo San Siro sa trasmettere e dimostrare durante le partite però, è un fattore da tenere in considerazione.
Anche la UEFA ha chiesto alla città di Milano di prendere una decisione in merito alla scelta finale su San Siro: lo stadio, inizialmente, era stato inserito come sede della finale di Champions League 2027, decisione poi sospesa proprio per via del disagio venutosi a creare.
La scala del calcio rischia di essere abbandonata e per il calcio italiano è sicuramente un punto negativo, con le due società e il comune di Milano che ancora devono prendere atto del loro futuro.
Giuseppe Sala sulla questione San Siro: il sindaco non ci sta
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è stato intervistato dal Corriere della Sera in merito alla situazione legata al problema di San Siro. Il primo cittadino di Milano si è mostrato sconcertato dal momento che si sta vivendo e spera che si possa risolvere quanto prima: “Il mio sogno, che purtroppo non sono riuscito a realizzare, è la riapertura dei Navigli. Operazione molto costosa e non abbiamo i fondi. Io credo che si debba continuare nel percorso di internazionalizzazione che fa bene alla città. E poi c’è una cosa un po’ urticante per me, la questione stadio, dove non voglio essere ottimista né pessimista, sono pragmatico. Ma spero che si possa trovare una soluzione per salvare San Siro e per convincere le squadre che può essere ancora la loro casa”.
Sala ha parlato anche della possibilità di cedere lo stadio nelle mani di Inter e Milan: “Si può fare tutto. Il tema è se le squadre accettano di ristrutturarlo, sapendo che ci è stato spiegato da WeBuild che può essere ristrutturato senza fermare le partite, perdendo 4/5000 posti dei 74.000 attuali. Ora che è chiaro, sono chiamate a una decisione. Se intraprendono questo percorso, ogni formula può essere valida, comprare, il diritto di superficie a 90 anni… Vediamo. E in caso di lavori, chi è meglio che li faccia? La risposta è banale, meglio i privati, hanno più capacità e possono essere rapidi. Io ci spero”.