Caso Curva Nord, Inter sotto attacco: l’accusa è pesantissima

Dopo lo scoppio del caso ultras, arriva il durissimo attacco contro l’Inter: accusa pesantissima rivolta alla società nerazzurra.

L’inchiesta contro gli ultras di Inter e Milan continua a tenere banco. Dopo l’operazione della polizia, che nella giornata di lunedì ha portato all’arresto di 19 persone, ultras della curva Nord e della curva Sud del Meazza, la Procura di Milano ha aperto un procedimento nei confronti delle società milanesi.

I due club dovranno fornire spiegazioni sui rapporti con i rispettivi ultras, dimostrando di aver reciso i legami con il mondo ultrà, soprattutto sul fronte della gestione dei biglietti. Nel frattempo arriva però un duro attacco da parte dell’Antimafia, che accusa la società nerazzurra di aver ceduto ai ricatti.

Inter, duro attacco dell’Antimafia dopo il caso ultras: “Ha ceduto ai ricatti”

La società che «cede alle pressioni» della curva Nord, la commissione antimafia del Comune di Milano che affronta con una «totale sottovalutazione» la questione delle infiltrazioni criminali degli ultrà rivelando «il completo scollamento dalla realtà dello stadio, non senza considerare alcune omissioni in mala fede», e «indotta in errore da FC Inter»“. Così apre l’articolo pubblicato da Il Gazzettino sul caso ultras. Dopo l’audizione dello scorso marzo ad Adriano Raffaelli, presidente del settore di vigilanza e garanzia di FC Internazionale, per i pm ci sarebbe una colpa organizzativa da parte del club:

In FC Internazionale vi è una sorta di cultura di impresa, un modo di gestire e di condurre l’azienda, un contesto ambientale intessuto di convenzioni anche tacite, radicate all’interno della struttura, che hanno di fatto favorito, colposamente, soggetti indagati per gravi reati che sono stati in grado di infiltrarsi nelle maglie della struttura societaria.

Inter, duro attacco dell'Antimafia dopo il caso ultras
Inter, duro attacco dell’Antimafia dopo il caso ultras: “Ha ceduto ai ricatti” (ANSA) SpazioInter.it

Secondo il gip Domenico Santoro, sarebbe “sottovalutata la tematica We are Milano, struttura formale dietro la quale si nascondono il capo ultrà Andrea Beretta e i suoi sodali“. Ci sarebbe inoltre “scarsa conoscenza della Kiss & Fly, società amministrata di fatto da Gherardo Zaccagni e dal suo braccio destro Giuseppe Caminiti, che ha gestito i parcheggi allo stadio San Siro“. Per il gip è sufficiente “riportare lo stralcio di un’intercettazione attinente alla vendita dei biglietti in occasione della finale di Champions“, conversazione in cui i capi curva affermano di arrivare a guadagnare fino a 200 mila euro a testa con i ticket.

Per i pm la società nerazzurra non avrebbe quindi fatto abbastanza. Massimiliano Silva, dirigente dell’Inter incaricato dei rapporti con i supporter, mette a verbale: “Mi è stato comunicato che, per tutte le comunicazioni tra società e tifoseria, l’unico interlocutore avrebbe dovuto essere Marco Ferdico. Questo mi è stato detto da Ferdico stesso“. Dietro al capo ultrà ci sono però Beretta e Antonio Bellocco, entrambi indagati. La conseguenza è che quando l’Inter cede alle pressioni di Ferdico per ottenere più biglietti per la curva, di fatto finanzia soggetti indagati.

 

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