Dopo lo scoppio del caso ultras della scorsa settimana, al via i colloqui con i club e i tesserati: ecco cosa rischia il club nerazzurro.
Continua a tenere banco il caso ultras, con la maxi operazione della polizia che all’alba di lunedì scorso ha portato all’arresto di 19 persone, ultras della curva Nord e della curva Sud del Meazza. Negli scorsi giorni la Procura di Milano ha aperto un procedimento nei confronti delle due società milanesi, con Inter e Milan che non risulterebbero indagate dalla magistratura ma che dovranno fornire spiegazioni sui rapporti con i rispettivi ultras, dimostrando in un contraddittorio, di aver reciso i legami con il mondo ultrà, soprattutto sul fronte della gestione dei biglietti.
La scorsa settimana Beppe Marotta aveva voluto fin da subito tranquillizzare i tifosi, dichiarando come il club nerazzurro fosse parte lesa: “Innanzitutto voglio tranquillizzare tutti i tifosi. Come i magistrati hanno dichiarato nel corso della conferenza stampa, noi siamo parte lesa e non abbiamo nulla da temere. Allo stesso tempo abbiamo garantito la massima collaborazione alla magistratura e siamo a totale disposizione, lo eravamo prima e lo siamo maggiormente oggi“. Intanto, sono partite proprio oggi le audizioni di alcuni tesserati delle due società sul fronte inchiesta degli ultras.
Caso Ultras, al via l’audizione dei tesserati: tutte le possibili sanzioni
La Procura di Milano sfrutterà questa sosta del campionato per le audizioni riguardanti l’inchiesta sugli ultras, che hanno avuto inizio nella giornata di oggi. Uno dei primi a parlare con la squadra mobile di Milano è stato mister Simone Inzaghi, ascoltato dagli agenti come persona informata sui fatti. Il tecnico ha dovuto fare chiarezza sui contatti telefonici avuti con Ferdico, ex capo ultras della Curva Nord.
Per quel che riguarda sempre l’Inter, come riferito da Tuttosport, saranno ascoltati anche Nicolò Barella, Beppe Marotta e Javier Zanetti, oltre ad Hakan Calhanoglu e l’ex nerazzurro Milan Skriniar, entrambi attualmente impegnati con le rispettive nazionali.
Comincerà a lavorare anche la Procura Federale, che ha già chiesto gli atti ai colleghi della giustizia ordinaria, con il procuratore Giuseppe Chiné che dovrà decidere se procedere o archiviare il caso. Nel caso la decisione fosse quella di procedere, si valuterà l’eventuale violazione dell’articolo 25, “Prevenzione di atti violenti”, il cui comma 1sottolinea:
Alla società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi organizzati e non organizzati di propri sostenitori, salvo quanto previsto dalla legislazione statale vigente. Per tale violazione si applica la sanzione da euro 10.000 a euro 50.000 per le società di serie A.
Il comma 10, che porta a sanzioni quali diffida, squalifica per una o più giornate di gara e inibizione temporanea a svolgere attività in ambito Figc con eventuale richiesta di estensione in ambito Uefa e Fifa, recita invece:
Ai tesserati è fatto divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società.
Il precedente del presidente bianconero Andrea Agnelli può rappresentare un indizio sulle possibili sanzioni. L’ex presidente della Juventus venne inibito per un anno, poi ridotto a tre mesi. Non furono allora ravvisate violazioni dell’articolo 4 sui “principi di lealtà, correttezza e probità” in cui è prevista anche una possibile penalizzazione di uno o più punti in classifica. Resta da attendere, invece, sul fronte sportivo, con i tempi che potrebbero non essere così brevi. Il rischio concreto per le società al momento è una multa pesante.