Yann Sommer fa chiarezza: il portiere svizzero ha usato parole nette e chiare in vista del rientro in campo dell’Inter.
La sosta nazionali è finita, l’Inter allenata da mister Simone Inzaghi si prepara a fare ritorno sul rettangolo verde per l’ottava giornata di Serie A. I nerazzurri riprenderanno il proprio percorso in campionato domenica sera, in occasione del big match esterno contro la Roma di Ivan Juric. I campioni d’Italia saranno chiamati in causa allo stadio Olimpico alle ore 20:45.
A pochi giorni dallo scontro d’alta quota, ha parlato uno dei pilastri della rosa nerazzurra, Yann Sommer. Il portiere svizzero ha parlato a tutto tondo, toccando diversi argomenti interessanti. L’estremo difensore ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del quotidiano ‘La Gazzetta dello Sport’. Sommer si è diviso tra passato, presente e futuro.
Sommer non ci sta: il problema non è la difesa
Yann Sommer ha avuto una lunga chiacchierata ai microfoni della Rosea, nel corso della quale è stato molto chiaro e inciso. Tra gli argomenti principali dell’esperto portiere svizzero non poteva mancare l’iconica cavalcata nerazzurra che ha portato alla storica seconda stella.
L’estremo difensore nerazzurro ha svelato il segreto che ha permesso all’Inter di mettere le mani sul suo 20esimo Scudetto: “La chiave l’anno scorso è stata la forza del collettivo e la grande qualità, di gruppo e individuale. C’era l’equilibrio perfetto tra attacco e difesa. Difendevamo il vantaggio da pazzi, come se dentro alla porta ci fossero i nostri figli. Eravamo costanti fino quasi alla perfezione, il livello non è mai sceso. Ora siamo i campioni in carica e tutti vogliono batterci, questa è una bella differenza. La squadra è rimasta più o meno la stessa, ma credo sia normale iniziare così, un po’ più piano, dopo una stagione super. Ma siamo lì, secondi”.
In seguito, Sommer si è focalizzato sulla lotta Scudetto, preferendo non sbottonarsi più di tanto: “Mi immagino una stagione molto difficile, contesa. Ma anche l’anno scorso prima di scappare c’era un momento in cui eravamo secondi. Abbiamo già visto quanto siano forti Juve e Napoli, ma abbiamo anche perso il derby, quindi occhio pure al Milan: vedremo alla fine chi resisterà! Ma quando si dice che ogni gara è difficile in Italia, non è retorica. È la verità”.
Lo svizzero ha poi evidenziato: “Difficile rivincere il campionato? È tutto nella testa. Se vinci, sei felice e un po’ rilassato, fai meno dell’anno prima e a questo livello non puoi proprio permetterlo. Il nostro allenatore ci fa lavorare duro per combattere proprio questo inconscio senso di rilassatezza e fa bene: dobbiamo fare di più dell’anno scorso perché abbiamo rivali agguerriti che vogliono superarci: per rivincere serve il 100%, nulla di meno”.
Sommer ha anche svelato quali sono stati i limiti difensivi dell’Inter in questo avvio di stagione: “La risposta è semplice, e in una parola che ho imparato bene in Italia: ‘Preventiva’. Non facciamo bene quelle marcature in molte situazioni. È un punto importantissimo, l’anno scorso avevamo sempre ottime preventive quando avevamo la palla, eravamo sempre compatti e ordinati ed era difficile infilarci”.
Sommer rimarca: “Ecco cosa serve per tornare al nostro livello: abbiamo tanta qualità e il gol lo troveremo sempre, ma è tutta la squadra che difensivamente deve fare meglio, essere compatta e ben posizionata se si perde palla. Difesa vecchia? No, l’età non è un problema. Basterebbe guardare come giocano Micki e Calha, come tutti i difensori da Acerbi e Darmian ma anche me: siamo tutti al top, molto professionali. È normale a volte essere un po’ sotto livello, ma non è colpa dell’età”.
Anche sugli obiettivi stagionali, Sommer ha mostrato di avere le idee molto chiare: “Scudetto o Champions? È possibile riuscire ad avere gli stessi risultati su entrambi i fronti grazie alla squadra che abbiamo: non è facile, il calendario è affollato, ma raggiungere il massimo è il nostro obiettivo – aggiunge -. In queste 8 gare di Champions dobbiamo andare a tutta, il nostro livello è superiore agli ottavi dell’anno scorso: possiamo andare oltre, mantenendo il nostro standard in campionato. Non possiamo precluderci niente”.
Lo svizzero ha speso due parole pure per mister Inzaghi, esaltando il suo lavoro: “Ha una forte mentalità vincente, e questo fa la differenza. Fa tutto quello che serve per vincere: preparazione, meeting sugli avversari, quando sente nell’aria che non c’è il giusto mood in allenamento interviene e ci spinge. Dobbiamo sempre lavorare al limite, abbiamo bisogno di questo stimolarci a vicenda. Adoro lavorare con lui”.
Sul futuro: “Il mio contratto scade nel 2026: non so dove sarò, non ci ho ancora pensato, ma qui a Milano sono felice. E ho grandi sfide davanti, al momento non mi vedo altrove, ogni energia la metto sull’Inter”.
Sulla rivalità con Josep Martinez: “Abbiamo una buona relazione, è pure stato in Germania, al Lipsia, qualche anno fa, ma purtroppo non ha imparato il tedesco. Un bravissimo ragazzo e un bravissimo portiere, dal grandissimo potenziale. Poi è completamente diverso da me, più alto e più grosso: buon per l’Inter avere opzioni così diverse anche nel nostro ruolo”.
Sulla crescita avuta in Serie A: “In Italia sono cresciuto ancora di più nella costruzione, ho due preparatori bravissimi e lavoriamo proprio sullo stile italiano, dalla posizione alla copertura della porta fino ai singoli dettagli che poi fanno la differenza. Mi dimostrano che alla mia età e nel mio ruolo si può sempre crescere. Il mio modello italiano è stato Buffon, non era solo la porta e l’occupazione. Era completissimo: carattere, velocità, carisma. Ho amato vederlo e ispirarmi a lui”.
Sommer parla da leader: “Se mi sottovalutano? Magari sì, non saprei, ma meglio non mettersi a pensarlo perché non puoi cambiarlo. Sono abituato a ragionare su ciò che posso cambiare: le mie performance, il mio livello. Quando si fanno queste classifiche, conta sempre da dove arrivi: gli italiani dicono Donnarumma, i tedeschi Neuer e spero gli svizzeri Sommer. Il mio obiettivo è essere il miglior portiere possibile per la mia squadra. E il fatto di essere candidato al premio Yashin mi fa piacere e mi fa capire che ho fatto bene”.
Non è mancato neanche il commento sulla ThuLa: “Sono completamente d’accordo con Messi. Ho conosciuto Lautaro un anno e mezzo fa e ho notato da subito grande personalità, spirito giusto da capitano e il suo essere un eccezionale realizzatore: abbiamo sempre bisogno di lui e il Pallone d’Oro sarebbe un premio meritatissimo.
Successivamente, Sommer ha ribadito il suo concetto su Lautaro e Marcus: “Thuram? Avevo giocato con lui a Monchengladbach, ricordo il primo anno ebbe una crescita super. All’Inter ha fatto uno step ancora. Ora per lui la sfida è stare ogni tre giorni con la sua qualità sempre al top. Ci sono cose che Marcus fa e che la gente non vede. Eppure valgono come un gol, ad esempio una corsa che apre lo spazio per Lautaro. Loro la coppia migliore d’Europa? Difficile dire che sia la migliore di tutta la Champions, ma tra le migliori di certo. E una di quelle coppie d’attacco che vorresti sempre nella tua squadra e mai di fronte”.
Su Taremi: “Più punta centrale, in area è letale: ancora non ha giocato molto, ma io vedo qualità ogni giorno. Prova a segnarmi in ogni allenamento, è un grande acquisto, è molto bravo nel gioco di prima: ci servirà sicuramente”.
Dopo la sfida con la Roma, l’Inter tornerà sulla scena della Champions League. I nerazzurri saranno impegnati nel paese d’origine di Sommer per sfidare lo Young Boys. Lo svizzero ha parlato proprio del presto ritorno in patria: “Bello tornare a casa, non capita spesso. Per ora lo Young Boys è in un momento no perché ha perso punti. Ma è un team interessante, poi si gioca in un campo artificiale ed è proprio un altro mondo. Dovremo essere molto preparati”.