Il futuro nel calcio del centrocampista romano è davvero a forte rischio. Possibile che non possa più rimettere gli scarpini. I motivi
Le buone notizie che arrivano da Firenze fanno tirare un sospiro di sollievo. La caduta di Bove e quanto successo nei minuti successivi ha fatto vivere momenti di terrore e riportato alla mente ricordi tremendi. Fortunatamente in questo caso il tutto si è concluso per il meglio e il giocatore è fuori pericolo e lucido. Ora nei prossimi giorni saranno effettuati tutti i controlli del caso per capire meglio cosa è successo in campo e a cosa è dovuto il malore.
Da ieri pomeriggio c’è una domanda che in molti si fanno: Edoardo Bove riuscirà a tornare a giocare? Difficile in questo momento dare una risposta. Tutti i medici hanno preferito per il momento non sbilanciarsi. Bisognerà aspettare i controlli per avere un quadro molto più chiaro. Ma c’è un precedente che parla chiaro e anche il regolamento del nostro calcio apre alla possibilità che la carriera del centrocampista possa finire qui. Naturalmente parliamo di un qualcosa che in questo momento è in secondo piano. La priorità è rappresentata dal fatto di stabilire cosa ha provocato il malore e la sua ripresa a pieno ritmo.
Malore Bove: il precedente Eriksen e cosa dice il regolamento in Italia
Al momento la priorità è sicuramente il ritorno in salute di Bove. Il futuro del centrocampista romano è assolutamente in secondo piano. Una volta che si è stabilito completamente si potrà iniziare a pensare ad un suo possibile ritorno in campo. Molto dipenderà dal motivo del malore. Le indagini saranno fondamentali, come spiegato dal cardiologo Grimaldi all’Adnkronos, per capire la natura di quanto successo a Firenze.
Se l’arresto cardiaco è dovuto al trauma toracico o a livello di potassio molto bassi, allora per Bove il ritorno in campo ci sarà quasi sicuramente. Una situazione molto simile a quella di Ndicka. Discorso diverso, invece, se gli accertamenti medici individueranno delle alterazioni strutturali del miocardio per cause genetiche o altre problematiche. In questo caso il suo rientro a giocare almeno in Italia sarebbe quasi praticamente impossibile. E il precedente di Eriksen ne è la conferma.
In caso di alterazione strutturale del miocardio, l’unica soluzione per continuare a giocare è il defibrillatore impiantato e sappiamo molto bene come in Italia il regolamento vieta scendere in campo in queste condizioni. Non ci resta, quindi, che aspettare per capire meglio le sue condizioni e cosa succederà in futuro.